La Regione da l'ok alla caccia al cervo, Wwf: “Scelta scellerata" / AGGIORNAMENTI
Scoppia il caso (e la polemica) intorno alla decisione della giunta di centrodestra di eliminare uno degli animali simbolo. Il no di Pagano (FI) e le altre reazioni (tutte contro)
L'AQUILA. In Abruzzo quasi 500 cervi dovranno essere abbattuti. Il WWF lancia l'allarme e critica la decisione della Regione che, con una delibera di Giunta dell’8 agosto 2024, ha approvato il prelievo selettivo che sarà effettuato esclusivamente da cacciatori abilitati e avverrà in due aree dell’Abruzzo aquilano, definite Comprensorio 1 e Comprensorio 2, negli Ambiti territoriali di caccia (ATC) Avezzano, Sulmona, Subequano, L’Aquila e Barisciano, al di fuori delle aree protette e della Zona di Protezione Esterna del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise.
In una nota l'associazione ambientalista parla di "Una decisione che lascia davvero attoniti, sia sul piano riferibile alle logiche naturalistiche ed ecosistemiche sia su quello più emotivo: per accontentare un piccolo gruppo di cacciatori, verso i quali presidente e vice-presidente della Regione Abruzzo manifestano una sempre maggiore sudditanza, si abbandona impunemente la visione di un Abruzzo capace di convivenza con la fauna selvatica, e, soprattutto, si tradisce un modello di educazione ambientale e di tutela della biodiversità faticosamente delineato negli anni".
La delegata regionale Filomena Ricci spiega che il WWF Abruzzo sta valutando le "azioni da mettere in campo per contrastare questa scelta" e ricorda che "alcuni paesi abruzzesi hanno costruito sulla presenza manifesta dei cervi la propria immagine identitaria e ne hanno fatto un motivo di promozione turistica. Come giustificazione degli interventi di prelievo vengono spesso accampati i danni che alcune specie, tra cui il Cervo, possono provocare in agricoltura o con gli incidenti stradali, questioni sicuramente molto importanti e da tenere in grande e attenta considerazione. È indubbio, però, che per limitare tali rischi sul territorio, le azioni da realizzare in alternativa sarebbero molteplici, mentre ci duole osservare come poche di esse siano state attuate nella nostra regione. I fondi del PNRR, ad esempio, avrebbero potuto essere impiegati per finanziare iniziative ad hoc per il nostro territorio, all'interno di una seria e organica programmazione da effettuare, questa sì, a livello dei comprensori. Quante recinzioni, repellenti, dissuasori sono stati forniti agli agricoltori da parte della Regione Abruzzo? Quante azioni risultano messe in campo per limitare il rischio di impatto con gli autoveicoli, come potenziamento dei sottopassi, costruzioni di sovrappassi, dissuasori? Esiste forse un piano per limitare i danni all’agricoltura basato sulla prevenzione? L'Abruzzo è la nostra casa comune, e ci impegneremo sempre con tutte le nostre forze per difenderla, custodirla e curarla e per promuovere una coesistenza con la fauna selvatica senza dover ricorrere per forza alla sua uccisione".
NAZARIO PAGANO, DEPUTATO FI. "Sono fermamente contrario alla decisione della Giunta Marsilio di autorizzare la caccia al cervo in Abruzzo a partire da ottobre che porterebbe all’abbattimento selettivo di quasi 500 esemplari di una specie che, come l’orso marsicano, é diventata un simbolo della nostra regione, amata e rispettata da cittadini e turisti”. “Da abruzzese nutro un profondo rispetto per la flora e la fauna del nostro territorio e non posso non riconoscere, e difendere, l'importanza di alcune specie, diventate simboli iconici della regione. Per questo, in qualità di amministratore politico, mi sono sempre impegnato a difenderle, come dimostrato anche nel mio ruolo di Presidente della I Commissione a Montecitorio, dove ho proposto e fatto approvare nei mesi scorsi un emendamento per scongiurare l'abbattimento dell'orso marsicano. Intendo quindi approfondire ulteriormente le notizie apparse sugli organi di stampa al fine di valutare ogni possibile alternativa a un abbattimento così massiccio di cervi in Abruzzo”.
ALESSIO MONACO, CAPOGRUPPO CONSILIARE ALLEANZA VERDI E SINISTRA. «Chiediamo la revoca delle delibere di Giunta che prevedono l'abbattimento dei cervi nella nostra regione. Ci batteremo ad ogni livello perché non venga attuata questa azione di sterminio degli animali. Siamo lieti che anche una parte della maggioranza politica che sostiene il Governo regionale abbia compreso che la salvaguardia dell'ambiente è fondamentale per la nostra sopravvivenza». «Siamo perfettamente in sintonia con le posizioni espresse dal WWF e ci confronteremo in Regione con la giunta per scongiurare questi provvedimenti che sono in contrasto con ogni criterio di buonsenso e civiltà».
DANIELE MARINELLI, SEGRETARIO REGIONALE PD E SAVERIO GILENO SEGRETARIO REGIONALE GIOVANI DEMOCRATICI. «L'abbattimento di 500 cervi è una scelta violenta, sbagliata e inutile. Da Marsilio e Imprudente c'è una visione arcaica e predatoria. Siamo francamente sconcertati dalla decisione della Regione Abruzzo, è una scelta ideologica, che ci catapulta indietro di un secolo e che non risolve in nessun modo nemmeno i problemi che si propone di affrontare. Nella stessa maggioranza sono diverse le voci contrarie e siamo pronti a collaborare con chiunque voglia scongiurare questa decisione». «L'Abruzzo regione verde d'Europa rappresenta un'idea e un modello di educazione e pratica alla tutela dell'ambiente e della biodiversità; una tradizione di tutela che nella nostra regione ha radici antiche, che trovano la loro massima espressione nei tre parchi nazionali e in quelli regionali. La gestione della fauna selvatica è certamente materia complessa, evidentemente troppo per la destra di Marsilio e Imprudente. Esistono metodi di gestione che non prevedono abbattimento e che sono senz'altro più efficaci per affrontare le questioni legate agli attraversamenti e ai danni alle colture; buone pratiche sono state oggetto di studio e vengono replicate in altre regioni e in altri Paesi. Ma la destra abruzzese preferisce dare prova di una concezione arcaica e predatoria del rapporto con la natura, come è già avvenuto negli ultimi anni, dalla sostanziale cancellazione della Riserva naturale del Borsacchio al tentativo di riperimetrazione del Parco regionale del Sirente Velino».