La Regione rinvia i ticket sulle visite

Domani la riunione a Roma, l'alternativa è aumentare i prezzi di farmaci e false urgenze

PESCARA. La Regione congela il ticket da 10 euro sulle prestazioni ambulatoriali e studia soluzioni alternative per non perdere comunque una cifra che va dai 9 ai 15 milioni. Sarà il governo a dire se potrà farlo, decisivo sarà l'incontro di domani a Roma sul piano di rientro.

La decisione di fermare momentaneamente, per quindici giorni, i ticket previsti dalla manovra finanziaria del governo l'ha presa direttamente il governatore-commissario della Sanità Gianni Chiodi al termine della giornata che avrebbe invece dovuto vedere l'esordio dell'aumento di 10 euro anche in Abruzzo. La specialistica, come ad esempio le visite con la Tac, la Risonanza magnetica, o per una mammografia, non subisce rincari almeno per altri quindici giorni, il tempo che la Regione si è presa per valutare le alternative. In questa fase il primo crocevia importante è la riunione con il ministero per la verifica del piano di rientro e fissata da tempo per domani. In quella sede il governatore presenterà gli obiettivi che sono stati raggiunti. Alla luce del quadro positivo che illustrerà, chiederà se sarà possibile cambiare i ticket sulle prestazioni ambulatoriali, se cioé, i 10 euro in più potranno essere spostati su altre voci. Se la risposta sarà positiva, la Regione presenterà entro 10 giorni la sua proposta alternativa, altrimenti, in caso di no, dovrà applicare il ticket sulla specialistica.

LE RIUNIONI.
Una giornata convulsa quella di ieri che si era aperta con le dichiarazioni di Chiodi contro i ticket («non sono d'accordo, pur non avendo potere discrezionale, farò del tutto per impedire che le misure contenute nella manovra finanziaria abbiano effetti gravi sul nostro sistema sanitario») e si è conclusa con le riunioni del tavolo regionale sulla sanità - composto oltre che da governatore, dal vice commissario Giovanna Baraldi, dai quattro manager delle Asl e dalla direttrice regionale Maria Crocco - al termine del quale si è deciso per la sospensione.

LE ALTERNATIVE MIX.
Il governatore ritiene che i 10 euro non debbano colpire in modo indiscriminato le categorie sociali più deboli. L'idea è di andare a pescare altrove. Dove? Intanto dal tavolo è emerso che, secondo una prima stima, servono dai 9 ai 15 milioni di euro, tanto quanto Roma ha deciso di tagliare alle Regioni suggerendo loro di attivare i ticket. «Stiamo valutando diverse soluzioni, non è escluso che sia possibile adottare un mix di esse», spiega Chiodi. In alternativa alla specialistica si fa largo l'ipotesi di aumentare i ticket ai codici bianchi del Pronto soccorso (che in Abruzzo sono dal 2007 a 25 euro): chi cioè va in ospedale per una patologia e/o una ferita ritenuta non grave, pagherà qualcosa di più degli attuali 25 euro. «Si tratta di una prestazione inappropriata che ha anche degli effetti negativi per la sanità come l'affollamento e le code ai Pronto soccorso, inoltre non sarebbe iniqua», commenta Chiodi.

L'altra possibilità è di colpire la spesa farmaceutica, di far scattare il ticket per chi compra, ad esempio, farmaci griffati, non generici. «Questo servirebbe a contrastare l'eccessiva spesa farmaceutica che abbiamo in Abruzzo, basti pensare che mentre qui si spendono 230 milioni, in Toscana la farmaceutica è a 160milioni», riflette il governatore. Una terza ipotesi di ticket prende in considerazione i redditi medio alti, una quarta è di colpire le ricette. «Occorre ragionare in termini di equità», insiste Chiodi fiducioso sulla risposta positiva di Roma: «L'Abruzzo, imbrigliato dal piano di rientro, secondo il governo, non può evitare l'aumento. Ma visti gli ottimi risultati raggiunti in materia di risanamento, farò ogni tentativo per impedire che il servizio sanitario regionale subisca questo aggravio di spesa per i cittadini».

IL CONFRONTO.
La carta che il governatore intende giocarsi al confronto di domani è quella dell'indebitamento sceso del 14 per cento (800 milioni di euro). «Vedremo», ripete, «ci stiamo sentendo anche con le altre Regioni».

LA POLEMICA.
L'introduzione dei ticket è stato lo spunto per Camillo D'Alessandro, capogruppo del Pd in consiglio regionale per tornare a chiedere le dimissioni di Chiodi: «Il governatore vuole fare cassa sulla pelle ed il sangue dei cittadini nel modo più odioso, sulla loro salute. Se non è in grado di evitarlo si dimetta». Il Pd porta il caso al dibattito del consiglio regionale di questa mattina. «Se è vero che il debito della sanità si sta riducendo, come afferma Chiodi, allora non si capisce l'obbligo giuridico per l'Abruzzo di introdurre ticket che pesano sulle famiglie non più in grado di farci fronte, già tartassate prima con l'introduzione della tassa regionale sulla benzina, ora i ticket, e con Irap ed Irpef che permangono le più alte d'Italia», aggiunge D'Alessandro preannunciando proposte alternative.

«Se venisse imposta una tassa sulle affermazioni demagogiche di D'Alessandro del Pd, l'Abruzzo vedrebbe crescere di molto le proprio entrate», è la replica del gruppo del Pdl alla Regione attraverso il portavoce, Riccardo Chiavaroli. «Ciò che era inevitabile la mattina per Chiodi, cioè l'applicazione dei ticket, diventa evitabile e congelato la sera», risponde D'Alessandro, «delle due una: o si hanno idee confuse o si mente. In entrambi i casi continuo a chiedere a Chiodi di rassegnare le dimissioni. Di congelato questa maggioranza ha le idee».

© RIPRODUZIONE RISERVATA