«La Regione vieti le trivelle in mare»

Wwf e Legambiente: più tutele col piano di gestione dell’area costiera.

PESCARA. «Il disegno di legge va bene, ma il testo va integrato e migliorato». Questo in sintesi il giudizio di Wwf e Legambiente sull’iniziativa legislativa della giunta regionale contro la petrolizzazione della regione. Un ddl che se approvato dal Consiglio regionale andrà a modificare la legge che blocca fino al 31 dicembre il Centro Oli di Ortona. Per Wwf e Legambiente «la norma presenta alcune imprecisioni terminologiche, non risolve il problema delle concessioni di estrazioni già rilasciate e, soprattutto, non reca alcun riferimento alla situazione a mare, dove gli interessi delle compagnie petrolifere sono maggiori e più pressanti», e dove la regione ha le mani più legate, perché i permessi vengono concessi esclusivamente dal ministero dello Sviluppo economico (lo stesso è per la terraferma, ma lì si parla di parere del ministero «d’intesa con la Regione»).

Per i responsabili di Wwf e Legambiente Dante Caserta e Angelo Di Matteo lo strumento per bloccare anche a mare le piattaforme può essere individuato nel Piano di Gestione Integrata della zona costiera che «La Regione deve impegnarsi a redigere», dicono Caserta e Di Matteo, «strumento capace di valutare nello specifico anche gli influssi delle attività petrolifere sul sistema costiero». Va dunque «introdotto un nuovo articolo nel ddl della giunta che impegni la Regione a predisporre in tempi brevi questo strumento, disponendo, nelle more della sua approvazione, una moratoria che blocchi gli iter autorizzativi avviati». «Sappiamo che anche altre forze politiche stanno predisponendo proposte di legge in questa direzione», hanno aggiunto i rappresentanti di Legambiente e Wwf, «questo è sicuramente un bene perché nella discussione in Consiglio Regionale si potrà migliorare il testo presentato dal Presidente Chiodi.

Tutti devono collaborare per giungere ad una legge condivisa, confermando quell’unità che, nonostante i distinguo di merito, non mancò al momento dell’approvazione della precedente legge regionale poi impugnata dal Governo Berlusconi». Su questa impugnativa si sta tra l’altro aspettando la pronuncia della Corte Costituzionale. E ci sono timori anche per il nuovo testo, come ha rilevato il dirigente della direzione affari della presidenza Carlo Massacesi in una comunicazione interna: «L’iniziativa normativa», si legge nella nota, «nella sua attuale formulazione, non sembra di per sè tale da poter rimuovere completamente i noti motivi di impugnativa avanzati dal governo nel relativo ricorso attualmente al vaglio del Giudice delle leggi». In quel caso il governo rivendicava la competenza esclusiva ambientale affidata allo Stato dalla Costituzione e il fatto che il rilascio di titoli minerari è di competenza dell’Ufficio Nazionale Minerario per gli Idrocarburi (Unmi) che fa capo al ministero dello Sviluppo economico. Altro motivo d’impugnativa era il fatto la che la Regione era in prorogatio in attesa del voto.