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La Sanità torna alla Regione ma la maggioranza affonda

Paolucci annuncia la fine del commissariamento, ma l’aula rovina la festa Passa un documento critico del centrodestra. Mazzocca (Sel): ora la verifica

L’AQUILA. La Regione Abruzzo si avvia all’uscita dal commissariamento della sanità, ma non trova i numeri in Consiglio regionale per approvare un documento di sostegno all’azione del commissario Luciano D’Alfonso e dell’assessore Silvio Paolucci. Passa invece il documento del centrodestra e per un solo voto non passa anche quello dei 5 Stelle tutti e due contrari al piano di riordino della rete ospedaliera, approvato dal tavolo di monitoraggio del governo e propedeutico alla fine di otto lunghi anni di commissariamento. Sulla maggioranza hanno pesato le assenze di D’Alfonso (impegnato a Roma) e del consigliere Pd Camillo D’Alessandro (per «impegni familiari improrogabili»), quelle dei due consiglieri di Mca, il movimento che si rifà a Giulio Borrelli, Mario Olivieri e Andrea Gerosolimo (contrari al documento di riordino della rete ospedaliera) e il voto contrario in aula del capogruppo di Centro democratico Maurizio Di Nicola, federato a Mca. Una Caporetto, che ha fatto dire ai 5 Stelle: «Oggi il Governo D'Alfonso ha dimostrato di non avere più i numeri per governare». Dura la dichiarazione del capogruppo di Sel e sottosegretario alla presidente della giunta Mario Mazzocca che ha chiesto «una verifica, alla luce dell'assenza della maggioranza». «Non è la prima volta che accade, è l'ultima volta che mi sento vincolato, o si ricostituisce oppure si va alle elezioni».

Il piano di riordino della sanità però va avanti. E infatti ancora prima del Consiglio regionale straordinario Paolucci ha chiamato i giornalisti per annunciare l’esito positivo del tavolo di monitoraggio di martedì sera, nel corso del quale «l'ente ha dimostrato di aver esaurito tutti gli adempimenti», tra cui «prima Regione in Italia, il riordino della rete ospedaliera».

L'ufficializzazione dell'uscita dal commissariamento prevede ora tre passaggi, ha spiegato Paolucci: «Nei prossimi giorni la Giunta regionale approverà una delibera con cui ci sarà il passaggio di poteri e il ritorno alla gestione diretta da parte dell'ente, documento che poi sarà al vaglio della conferenza Stato-Regioni e del Consiglio dei ministri». Un iter che può essere definito presto «se si riuscirà a fissare l'esame nel calendario programmato prima della pausa estiva». Il 26 ci sarà certamente la giunta, forse il 3 agosto la conferenza Stato Regioni a quel punto toccherà al governo varare l’atto conclusivo. «Ora elevare la qualità dell'assistenza è più semplice» ha spiegato Paolucci. «Il sì all'uscita è stato sancito grazie al miglioramento sensibile dei punteggi sui livelli essenziali di assistenza (Lea) i cui dati ufficiali saranno resi noti a settembre. Ma dalle proiezioni emerge che i risultati di quest'anno sono di gran lunga migliori del punteggio di 163 dello scorso anno». Paolucci ha sottolineato anche «i grossi passi avanti nella prevenzione e nella rete emergenza-urgenza, proprio il contrario delle polemiche sui pronto soccorso. L'uscita dal commissariamento», ha aggiunto, «è un combinato disposto tra la crescita della qualità sanitaria e il rispetto della sostenibilità e dei livelli essenziali di assistenza. Mi piacerebbe che fosse raccolto da tutti con soddisfazione un risultato straordinario, eravamo da troppi anni regione “canaglia”». Da segnalare nel corso del successivo dibattito l’intervento molto duro dell’ex commissario ad acta Gianni Chiodi (Forza Italia) secondo il quale già nel 2014 c’erano le condizioni per uscire dal commissariamento. Se non lo si è fatto, ha ipotizzato Chiodi, è perché «c’è la volontà di fare provvedimenti con la forza dei decreti» senza passare al vaglio critico dell’assemblea regionale, soprattutto sul rapporto pubblico-privato, ha sottolineato il consigliere d’opposizione. ©RIPRODUZIONE RISERVATA