Le imprese abruzzesi faticano a trovare ingegneri e tecnici specializzati

10 Maggio 2017

Il 14% delle aziende ha difficoltà su alcuni profili professionali. Leonzio (Irsel): 'Manca un'adeguata formazione scolastica'

PESCARA. Mancano gli ingegneri. E questo forse è normale. Ma mancano anche i muratori, soprattutto quelli specializzati nel cemento armato. E mancano persino alcune professioni del commercio. O gli animatori. Non è come annegare nell'abbondanza. Perché la crisi c'è ancora (nel 2008 aveva cercato personale il 33% delle imprese, nel 2016 il 21%). Ma è un fatto che l'anno scorso un'impresa su sei ha avuto difficoltà a trovare il lavoratore adatto al posto da ricoprire.Spiega Andrea Leonzio (Irsel "Fratelli Pomilio") che ha rielaborato i dati abruzzesi 2016 del Sistema informativo Excelsior di Unioncamere: «Le imprese che in Abruzzo hanno segnalato difficoltà di reperimento di personale sono state il 14,6%. Dunque un'assunzione su 6 tra quelle che le imprese avevano in programma ha comportato qualche difficoltà a reperire il personale adeguato».Una difficoltà che l'anno scorso è persino aumentata. Perché dopo una fase in cui la difficoltà di reperimento si era mantenuta relativamente bassa (nel 2015 ha interessato l'11,2% delle assunzioni totali), lo scorso anno il problema ha registrato un incremento di tre punti percentuali. «Proprio per cercare di ridurre questo gap, sarebbe opportuno la stipula di un protocollo d'intesa tra Unioncamere e Anpal (Agenzia nazionale politiche attive del lavoro)», spiega Leonzio, «in cui si impegnano a progettare e sviluppare applicazioni in grado di informare utenti e operatori dei centri per l'impiego sulle opportunità di lavoro, sulle imprese ad alta potenzialità occupazionale e di offrire guide personalizzate on line sull'orientamento formativo».

Le maggiori difficoltà di reperimento riguardano in generale le professioni scientifiche (23,5%), quelle tecniche (15,6% del totale) e gli operai specializzati (10,4% ). Il livello di istruzione maggiormente richiesto per le assunzioni è quello di scuola media superiore (36,5% del totale). La quota dei laureati raggiunge l'8%.Sull'aumento della difficoltà di reperimento incide soprattutto la domanda di ingegneri energetici e meccanici, di ingegneri elettronici e in telecomunicazioni, ma ci sono anche le professioni tecniche, gli animatori turistici e professioni assimilate, i tecnici della vendita e della distribuzione. Mentre tra gli operai specializzati troviamo gli attrezzisti di macchine utensili e i muratori in cemento armato. Come per le difficoltà di reperimento, anche la richiesta di esperienza, determinante per il 61,7% delle assunzioni, presenta qualche difficoltà, con una graduatoria crescente con l'aumentare del livello professionale richiesto: dal 40% per le figure non qualificate si passa progressivamente al 74,1% per le professioni tecniche e al 67,7% delle professioni scientifiche. «Proprio la rilevanza che le imprese attribuiscono al fattore esperienza evidenzia quanto sia importante acquisire già nel percorso formativo pratica diretta del contesto d'impresa», dice Leonzio. «Un aspetto, questo, sul quale la scuola deve intervenire in modo più efficace e incisivo introducendo in maniera strutturale negli istituti tecnici e nei licei periodi di alternanza tra scuola e lavoro. Su questo aspetto e su quelli riguardanti il miglioramento dell'orientamento scolastico e dell'occupazione, occorre una maggiore interazione con le Camere di commercio soprattutto ai fini dell'analisi dei fabbisogni». Ma nell'ambito delle nostre imprese abruzzesi sono numeri infinitesimali le aziende che potrebbero ospitare i giovani coinvolti nella alternanza scuola-lavoro obbligatoria: 8,4% nell'industria e 8,5% nei servizi. «L'alternativa sarebbe», per Leonzio, «quella di sviluppare discorso della didattica laboratoriale, senza spostare necessariamente i ragazzi nelle aziende, sostituendo cioè i tirocini in azienda con laboratori all'interno delle scuole. Una scelta che però non risolve il problema del disallineamento tra i sistemi formativi, dell'acquisizione delle competenze "on the job" richieste dal mercato del lavoro e della disoccupazione giovanile».

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