Legnini promuove la De Cecco: una nostra eccellenza

Il patron dell’azienda di Fara fiero della crescita nel 2014 Sollecitazione sulla giustizia: «Le riforme sono urgenti»

FARA SAN MARTINO. Che cosa ci fa il vice presidente del Consiglio superiore della magistratura alla De Cecco? La domanda non è tanto peregrina considerato che il pastificio di Fara che trascina l’export (ed il Pil) dell’agroalimentare abruzzese non è un organo che ha a che fare con la giustizia. Ma l’amicizia profonda che lega il Cavaliere De Cecco al vice presidente Giovanni Legnini sin dai tempi in cui quest’ultimo era sindaco di Roccamontepiano, dà una spiegazione alla visita di cortesia che il vice di Napolitano al Csm ha voluto fare in un lungo pomeriggio di ritorno dai massicci impegni di Roma. «E’ quasi un nostro compaesano», lo presenta Filippo Antonio De Cecco ai dipendenti riuniti per l’occasione nello storico stabilimento e chiedendo di fermare (o comunque di rallentare) la produzione che nel 2014 è arrivata quasi a un milione di quintali di pasta. Accanto a lui ci sono gli amministratori delegati della “multinazionale tascabile” made in Abruzzo, Giuseppe Aristide e Saturnino De Cecco.

Altri dati dell’azienda: il volume delle vendite in Italia è aumentato del 5% e la quota di mercato è salita di un punto, al 9%. «In pratica», rileva il Cavaliere, «a fronte di una decrescita del 2,5% del settore food negli iper e nei supermercati noi andiamo in controtendenza. La visita di Legnini vuole essere di buon auspicio per il 2015, sarà l’anno in cui raggiungeremo e supereremo un milione di quintali», aggiunge mentre stringe la mano al prestigioso ospite.

Lui, Legnini, un motivo per collegare giustizia e, in questo caso, imprenditoria lo trova nel corso del suo breve discorso che dà un sapore istituzionale alla visita, quasi di conforto. Lo spunto lo offre sempre il presidente De Cecco quando spiega che non si possono aspettare dieci anni per una sentenza e che la giustizia è rimasta 40 anni indietro: «I tempi non facili che attraversiamo la chiamano a un compito particolarmente impegnativo: la riforma della giustizia di cui si parla da anni ma che mai nessuno è riuscito a concretizzare».

Il vice del Csm concorda e rimarca quanto ci sia bisogno di un sistema giudiziario veloce ed equo e di quanto siano importanti, per il rilancio economico, le aziende di qualità: «Esistono tre macrotemi che avvinghiano l’Italia e quindi le imprese: il fisco troppo elevato, la burocrazia invasiva e lenta, la giustizia che non funziona. E se non funziona il sistema giudiziario non funziona la vita sociale. Ecco, allora, che lo Stato ha l’obbligo di far funzionare e osservare queste regole in modo che aziende di eccellenza come la De Cecco possano sfruttare la loro capacità di crescita e di andare alla conquista del mondo».

«Ci appare l’uomo giusto al posto giusto», riprende il presidente del Gruppo dopo aver ascoltato l’ex Sottosegretario del governo Renzi, «è un abruzzese tenace, gli riconosciamo la concretezza di chi antepone sempre il lavoro alle dichiarazioni di facciata».

E Legnini – che ha ricevuto in dono, dal responsabile della Sala macchine Franco Di Renzo un’opera del maestro Arnaldo Pomodoro intitolata “La Stele” – racconta un aneddoto: «A Londra, qualche giorno fa, ospite di amici, mi sono proposto per cucinare un gustoso piatto di pasta. Quando mi sono accorto che avevano una marca sconosciuta, ho chiesto un attimo di tempo, sono andato al market più vicino e ho acquistato gli spaghetti De Cecco. Ecco», continua rivolgendosi ai dipendenti, «grazie a voi, mi sono sentito orgoglioso di essere abruzzese. Siete stati capaci di crescere in un mercato che scende: complimenti, siete l’orgoglio d’Abruzzo». E gli applausi aumentano quando il Cavaliere conclude: «Se siamo arrivati fin qui è merito vostro, siete voi il valore aggiunto di questa azienda. Grazie».

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