M5s: il ministero boccia la nuova A24 e A25. La Regione Abruzzo: posti dei paletti

Il deputato Vacca: "Rispondendo a una mia interpellanza, il ministero dei Trasporti dice no alle varianti autostradali". D'Alessandro: "D'Alfonso ha posto tre condizioni"

PESCARA. Ancora polemiche tra M5s e la Regione Abruzzo per il progetto del gruppo Toto sulle varianti autostradali di A24 e A25.«È una sonora bocciatura senza appello quella che arriva dal ministero dei Trasporti in merito al progetto di modifica del tracciato autostradale abruzzese» relativo alla A24 e A25. «Rispondendo alla mia interpellanza urgente infatti, emerge un quadro molto più nitido di quanto avvenuto negli ultimi due anni e delle posizioni in campo». Ad affermarlo è Gianluca Vacca, deputato del M5S, che proprio oggi ha discusso l’interpellanza alla Camera. Sul tanto contestato progetto interviene anche il consigliere regionale delegato ai Trasporti, Camillo D'Alessandro: «Il governatore dell'Abruzzo, Luciano D'Alfonso, con una lettera inviata al ministero e alla società ha posto delle condizioni, dei paletti, precisando dei punti indispensabili rispetto ai quali si condizionava il parere della Regione».

«Il ministero delle infrastrutture e dei Trasporti», riferisce il parlamentare, «ha di fatto certificato la totale mancanza di qualsiasi presupposto normativo e amministrativo al progetto di modifica del tracciato, confermando che gli unici lavori possibili sono appunto quelli di manutenzione e messa in sicurezza dell’attuale percorso, per un investimento totale stimato di circa un miliardo di euro».

«Inoltre, nella ricostruzione che viene fatta nella risposta fornita oggi - prosegue Vacca - si evince come il ministero, nella corrispondenza con la Società iniziata nel 2013, abbia sempre chiesto alla Società Strada dei Parchi di fare un piano Economico Finanziario esclusivamente per i lavori di manutenzione e messa in sicurezza, senza nessuna variante al tracciato, poiché appunto queste non sono possibili nell’ambito della convenzione in essere e in base alla normativa vigente; dall’altro lato la società invece avrebbe sempre inserito anche le varianti nel piano, ostinandosi a ripresentarle in tutte le occasioni utili ma vedendosele sempre respinte», aggiunge Gianluca Vacca.

«Resta da chiedersi - interviene Sara Marcozzi, capogruppo del M5S in Regione Abruzzo - per quale motivo il presidente D’Alfonso abbia tanto caldeggiato la realizzazione di questa devastante opera. Ora non ha più alibi. Se ne faccia una ragione, il ministero ha confermato quello che in Regione dicevamo da tempo: il progetto è in contrasto con direttive europee e leggi statali che consentono solo opere di messa in sicurezza e non nuovi tracciati. Ci auguriamo, a questo punto - conclude la consigliera - che si interrompa quella che sembrava una ingiustificata azione di sponsorizzazione dell’opera da parte del governo regionale, che si interrompa il tendenzioso dibattito sugli organi di informazione locale e che il presidente D’Alfonso cominci a curare le reali esigenze e priorità dei cittadini abruzzesi: salute, lavoro, sociale e trasporto pubblico, tutte questioni sulle quali il governo regionale sta operando scelte scellerate».

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Accuse rimandate al mittente da D'Alessandro che spiega come il governatore abbia posto tre condizioni: «i territori non possono restare scollegati, facendo riferimento, in particolare, alla valle Peligna; l'investimento, qualunque esso sia, non può giustificare un aumento tariffario che vada oltre il 2%; non si devono mettere a rischio, in modo scientifico, le falde acquifere».

«Oltre a tutto questo - aggiunge D'Alessandro - consideriamo un tema non evitabile quello della sicurezza, perché quell'asse autostradale risente da un problema di sicurezza soprattutto in caso di eventi sismici. Le questioni, quindi, devono andare avanti di pari passo».

«Il ministero dall'inizio ha avuto una posizione di trattativa con la società, perché la Regione non c'entra nulla: o dice sì o dice no è ininfluente - prosegue il consigliere - Il sì o no non deriva dal dibattito locale. Ciò che conta per il ministero è di quanti si proroga la concessione, a fronte di quali investimenti e a fronte di quale aumento dei pedaggi. Il ministero non può consentire un aumento indiscriminato dei pedaggi, né può consentire un prolungamento della concessione sine die, perché poi interviene l'Europa».

«Ancora una volta ci sono stati in Abruzzo dei dicitori contro, anche a ragione; poi c'è stata la posizione degli ambientalisti, suffragata da elementi più o meno scientifici. Rimane un problema forte sulla sicurezza che comunque va affrontato. Può darsi che si sposti il tiro da quell'operazione ad una tipicamente di manutenzione, ma anche un'opera di manutenzione sul tracciato esistente - conclude - comporterà oneri e quindi aumento delle tariffe».