Mamme operaie, nasce il comitato

Prima riunione a Termoli: il lavoro con i diritti

TERMOLI. Chiedono un orario flessibile, l'umanizzazione del lavoro e la dislocazione più omogenea all'interno dei reparti le componenenti il comitato delle donne lavoratrici della Fiat Powertrain di Termoli. In cinquanta ieri pomeriggio si sono ritrovate nell'aula consiliare del comune. Con loro anche una collega arrivata da Mirafiori, Nina Leone, e due rappresentanti della segreteria nazionale della Fiom, Barbara Pettine e Alessandra Picozzi. E questa mattina alle 9,30 le mamme-operaie incontreranno in municipio le rappresentanti di Cisl, Uil e Ugl.

«Le iscritte chiedono di essere rappresentate da tutte le Rsu aziendali presenti in fabbrica», dice Stefania Fantauzzi, la dipendente che ha fatto scoppiare il caso scrivendo una lettera all'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne. Dopo la pubblicazione di quella lettera su la Repubblica, Stefania ha scoperto di non essere sola. Sono centinaia le operaie che l'hanno contattata. Insieme hanno deciso di formare un comitato.

Ieri pomeriggio a Termoli si è tenuta la prima riunione. Programmato per le 15,30, l'incontro è cominciato con un'ora di ritardo a causa del maltempo. Pioggia e neve hanno impedito alla delegazione della Fiat di Pomigliano di raggiungere le colleghe molisane. Anche se lontane le operaie hanno ribadito telefonicamente il loro appoggio al neo movimento. L'organismo, nato a fine dicembre con l'obiettivo dichiarato di difendere il diritto delle donne ad allevare i figli, ha varcato ben presto i confini regionali. A Termoli le quote rosa rappresentano il 10% dei 2700 dipendenti.

«Chiediamo alla Fiat Powertrain l'applicazione dell'articolo 53 della legge che regola i congedi parentali e prevede contributi per le società che attuano agevolazioni per le lavoratrici con figli piccoli», ribadisce la Fantauzzi. «Siamo arrivate a questo perché le nostre richieste non sono state prese neppure in cosiderazione dall'azienda».

Stefania Fantauzzi ha tre figli (l'utima dei quali ha 4 anni e mezzo) che è costretta ad allevare da sola perchè il marito per ragioni di lavoro vive a Pesaro. Come lei sono davvero tante quelle costrette a svegliare i figli alle 5 del mattino per affidarli a persone amiche o parenti.

«Eppure basterebbe poco per lavorare con più serenità e al tempo stesso allevare i figli», sostiene il comitato.

La battaglia per gestire meglio lavoro e genitorialità va avanti.

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