Medicine, i ticket aumentano fino a 4 volte

Decisione improvvisa del commissario Redigolo. I rincari a partire dal 20.
 

PESCARA. Nuovi sacrifici per gli abruzzesi. Dal 20 marzo aumenterà fino a 4 volte il ticket sulle medicine. La decisione è stata presa del commissario Gino Redigolo chiamato dal governo nazionale a sovrintendere il piano di rientro dal disavanzo della sanità.

Il rincaro era previsto inizialmente dal 16 marzo, ma per difficoltà organizzative Redigolo ha deciso di procrastinare la data al 20. In base alla delibera del commissario, per ogni confezione prescitta che costi fino a 5 euro l’assistito pagherà la stessa quota in vigore oggi (0,5 a pezzo fino a 1 euro a ricetta). Per le confezioni che costano oltre i 5 euro il ticket salta a 2 euro a pezzo fino a un massimo di 4 euro a ricetta. Restano le esenzioni previste dalla precedente normativa regionale; per alcune categorie l’esenzione è valida solo per i farmaci «connessi strettamente alla patologia per la quale hanno diritto all’esenzione», per altre categorie è previsto un ticket ridotto da 1 euro a pezzo fino a un massimo di 2 euro a ricetta.

La decisione del commissario arriva improvvisa ma per nulla inaspettata, dopo le preoccupate esternazioni del presidente Gianni Chiodi e dell’assessore alla Sanità Lanfranco Venturoni sui conti della sanità e in genere sul deficit regionale che secondo Chiodi sfiorerebbe i 4 miliardi di euro.
E ora si riaffaccia la questione dell’ulteriore aumento delle tasse, che Chiodi ha categoricamente escluso, ma che con un bilancio della sanità che si prevede ampiamente decifitario rispetto agli obiettivi del piano di rientro, appare non possibile.

Ieri il primo commento sul rincaro dei ticket è arrivato dal capogruppo di Rifondazione comunista Maurizio Acerbo e dal segretario regionale Marco Fars che hanno chiesto all’assessore Venturoni di bloccare il provvedimento e di riferire in commissione: «Finalmente abbiamo capito il ruolo del commissario ad acta», commentano Acerbo e Fars, «fare delibere che potrebbero essere scomode per la politica, cioè togliere le castagne dal fuoco al governo regionale assumendo su di sè l’onere di misure impopolari». Acerbo denuncia anche il fatto che «nell’audizione in commissione di due giorni fa (mercoledì per chi legge, ndr) Venturoni non ha detto nulla rispetto all’aumento dei ticket. Eppure si tratta di una scelta che pesa sulle spalle degli abruzzesi».

Sui conti della sanità interviene il consigliere Pd Giovanni D’Amico, accusando la giunta di aver perso il controllo sulla spesa sanitaria. D’Amico invita Venturoni a recuperare dalla sanità privata gli 80 milioni previsti dai provvedimenti antideficit, attuando infine le iniziative di razionalizzazione della rete ospedaliera approvate dal precedente governo regionale.