Meloni contro tutti Chiodi a testa bassa su D’Alfonso

19 Maggio 2014

A Pescara la capolista alle europee per Fratelli d’Italia Il governatore uscente: non appartengo a logge massoniche

PESCARA. Una quarantina di minuti tutti d’un fiato, spezzati solo dalla richiesta di un medico, da parte di un sostenitore, a causa di un malore accusato da una persona venuta ad ascoltarla. Per il resto, un’invettiva ininterrotta, contro i «poteri forti», a partire dalle banche, per passare alle élite europee e arrivare alla Germania, «colpevole» per il tentativo di tedeschizzare tutta l'Unione europea. È l’intervento che Giorgia Meloni, leader e capolista per Fratelli d’Italia-An alle elezioni europee del 25 maggio prossimo, ha tenuto ieri in piazza primo Maggio, insieme con, tra gli altri, il candidato sindaco di Forza Italia, Fdi e Pescara Futura, alle amministrative di Pescara, Luigi Albore Mascia; Gianni Chiodi, governatore uscente ricandidato alla presidenza della regione; Gianni Alemanno, ex sindaco di Roma, numero due nella lista di Fdi alle europee e Armando Foschi, anch'egli capolista nella medesima lista in appoggio a Mascia alle comunali. Con un trench, jeans e un paio di scarpe da ginnastica, l’ex ministro della Gioventù se l’è presa col capo del governo, Renzi, sulla proposta di riforma del Senato («se non è il popolo che elegge, i nominati a chi devono dar conto del proprio operato?»); con la riserva aurea della Banca d’Italia («cento miliardi in oro, che ora, essendo passata la banca centrale, per quanto riguarda la gestione, in mano ad istituti di credito privati, potrebbero non essere più in possesso degli italiani»); e con la Ue (che «dovrebbe decidere di distribuire equamente, tra tutti i 28 paesi che aderiscono ad essa, gli immigrati che sbarcano sulle coste mediterranee»). Nessuna parola sulla politica locale. Ci ha pensato Roberto Petri, coordinatore regionale di Fdi, a lanciare qualche stilettata, prendendosela col candidato sindaco del Nuovo centrodestra. «Guerino Testa, a Pescara, è perdente», ha sottolineato. «Solo Mascia può impedire ai grillini di vincere». Insomma, querelle all’interno del centrodestra pescarese (Testa e Mascia, tutt’e due ex Pdl, ora vanno divisi alle amministrative), a cui Chiodi non ha voluto prendere parte. Chiodi se l’è presa solo col suo avversario Luciano D’Alfonso («Io non appartengo a logge massoniche, né vivo coi soldi delle zie», ha detto alludendo ad alcune polemiche relative al candidato governatore del centrosinistra). Chi, al contrario, a margine dell’incontro, è intervenuto sulle faccende cittadine, è stato l’ex sindaco di Roma, Alemanno. E su una delle questioni più spinose della città. «Pescara», ha auspicato, «deve cercare una maggiore integrazione tra il suo porto e la città».

Vito de Luca

©RIPRODUZIONE RISERVATA