Meno piagnistei, più Agire La ricetta dell’alimentare

Le 105 aziende del polo di innovazione puntano su export e ricerca applicata Progetti per inventare coloranti naturali più accesi o grano duro di alta qualità

TERAMO. Ricerche per trovare coloranti naturali con tinte più intense o un grano duro ad alta resa. Ma anche una "vetrina" di 15 giorni offerta alle aziende abruzzesi a New York, proponendo anche piatti tipici nei migliori ristoranti, per conquistare il mercato americano.

Tutto questo è il polo di innovazione agroalimentare "Agire", che associa 105 aziende. Fra queste, oltre alle imprese agricole e alimentari ci sono organismi scientifici e di ricerca (tra questi le tre università abruzzesi, l’istituto zooprofilattico, il Crab e il Cotir), organismi di sviluppo territoriale, associazioni di categoria. «L’obiettivo è unire piccole e grandi aziende, università e centri di ricerca, in nome di valori comuni: la crescita e l’innovazione», spiega il presidente, Salvatore Di Paolo. Si muove su due direttrici: innovazione e internazionalizzazione.

Le ricerche. Particolarissime le ricerche che il polo sta conducendo sul fronte dell'innovazione. Due i progetti in corso, frutto di altrettanti bandi regionali confinanziati anche dalle aziende. In realtà i progetti sarebbero stati tre, per un valore di 2 milioni 50mila euro, ma uno è stato congelato.

I coloranti. Il primo si chiama Risca, cofinanziato dalla Regione con 372mila euro e per 178mila dalle aziende. «A questo progetto» spiega il presidente, «sono legate tre aziende la Gelco che produce caramelle a Castenuovo, l'Irc William Di Carlo (confetti a Sulmona), l'Ali d'oro (coni a Teramo) e l'università di Teramo. Nel settore siamo passati dall'uso di coloranti artificiali ai naturali che però sono sbiaditi, tanto da far sembrare al consumatore che il prodotto sia vecchio: vogliamo renderli più vivi. I ricercatori stanno verificando la loro sensibilità a luce, temperatura, umidità. L'obiettivo è un aumento della qualità ed efficacia del prodotto, l'estensione della shelf life (i tempi di conservazione, ndr), con ricadute su export e sprechi».

Il grano duro. Il secondo progetto ha un valore di 800mila euro e riguarda il grano duro. «Sono coinvolte De Cecco, Cada (il consorzio agrario), Cotir», aggiunge, «si chiama "Nuova varietà di grano per l'Abruzzo". Si tratta di creare un prodotto nuovo integrando le colture disponibili con nuove varietà migliorate di grano duro ad alta produttività e qualità superiori. Un effetto è anche il rafforzamento delle aziende agricole, aumentando la produzione di grano duro di qualità e creando un sistema pilota in ambito cerealicolo nazionale. Sono stati già creati campi sperimentali». C’è peraltro un altro progetto, che riguarda però il grano tenero, interamente finanziato dal polo.

Le confezioni. Il terzo è quello mai partito. «Avevamo vinto il bando per un progetto da 700mila euro per creare un packaging ecosostenibile con la Ico (di Sambuceto, produce cartone), Rustichella d'Abruzzo (pastificio di Pianella), Del Verde (di Fara San Martino). Questo progetto non è stato finanziato per un cavillo tecnico: bisognava presentare il Durc, per un errore di un impiegato non è stato presentato nei tempi. Una bassa emissione di Co2 è importante per chi esporta ad esempio negli Usa, dove ci sono dei limiti. Il progetto è tanto importante che abbiamo pensato di finanziarlo noi come "Agire"».

La filiera corta. C'è poi tutta una serie di progetti che il polo finanzia in proprio: ha a disposizione un milione 150mila euro dalla Regione e altrettanti che devono versare i soci. A questo si sommano i bandi per progetti ad hoc. «Fra i progetti che Agire finanzia in proprio», fa notare Di Paolo, «c'è quello sulla filiera corta: stiamo cercando di creare mercatini e sistemi di qualità nelle aziende agricole».

Le mandorle e le nocciole. C'è poi un progetto su mandorle e nocciole: i partner sono l'università di Perugia, Irc e il Crab: «vogliamo creare un osservatorio per introdurre varietà pregevoli di mandorli e noccioli».

New York e l’export. Sul fronte dell'internazionalizzazione il polo punta a conquistare New York. «Stamo organizzando una missione a febbraio», afferma Di Paolo, «porteremo le aziende in locali al centro di New York, affitteremo un grosso magazzino per 15 giorni e qui si terranno incontri con cittadinanza e buyers, ma saremo anche, con i prodotti abruzzesi, nei migliori ristoranti in cui saranno eseguite ricette abruzzesi. E’ un mercato che offre molte possibilità, stiamo stimolando soprattutto le aziende più piccole a partecipare, quelle che non sono sul mercato statunitense».

Il presidente punta sull'export: «La principale componente delle esportazioni abruzzesi è nell’industria alimentare (319 milioni), con una crescita continua nell’ultimo decennio, anche se in lieve flessione nel 2012. La componente agricola (53,5 milioni) è meno significativa anche se i dati dal 2003 al 2012 mostrano una crescita di rilievo. Importanti le bevande (soprattutto vino) con 114,7 milioni, in aumento del 4,5% tra il 2012 e il 2011».

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