No-triv, trecento abruzzesi a Roma protestano con padre Zanotelli contro lo “Sblocca Italia” / FOTO

Sit-in davanti a Montecitorio dei movimenti contro le trivelle. Vacca (M5s): "Poco tempo per cambiare il decreto"

PESCARA. Manifestazione dei movimenti "No-triv" a Roma, davanti a Montecitorio, contro il decreto Sblocca Italia, che secondo gli ambientalisti darebbe via libera alle richieste di ricerca dei petrolieri.

Al grido "L'Abruzzo non si vende!" è stata ribadita "la ferma contrarietà al provvedimento che fa diventare tutto il comparto petrolifero di interesse strategico nazionale". Una delegazione con diversi abruzzesi e padre Alex Zanotelli ha incontrato il presidente della commissione ambiente della Camera Ermete Realacci e alcuni deputati. Anche il professore Stefano Rodotà si è fermato a parlare con i manifestanti.
In piazza c'erano circa trecento abruzzesi del Forum dei Movimenti per l’acqua, con altre 180 organizzazioni di tutta Italia, decisi a «difendere una terra assediata dalle trivelle, con una superficie, fra concessioni accordate e in attesa di approvazione per la ricerca di idrocarburi, superiore a quella delle aree protette». «In Abruzzo il 37% della terraferma, pari a 396mila ettari, è nelle mire dei petrolieri», ha spiegato Augusto De Sanctis del Forum.
Parte dei manifestanti abruzzesi è arrivata nella capitale con tre pullman partiti da Pescara, da Lanciano (Chieti) e da Giulianova (Teramo). Tanti altri autonomamente in automobile. Presenti anche il Movimento 5 Stelle, con i deputati Gianluca Vacca e Andrea Colletti, e Sel, con Gianni Melilla.
«La maggioranza e il Governo - afferma Vacca - sono sordi di fronte ai 'comitatinì, come li ha definiti Renzi, che non sono stati neanche ricevuti dal presidente della commissione Ambiente alla Camera, Ermete Realacci, il quale li ha ascoltati per pochi minuti. La verità è chiara e il decreto resterà quello; al massimo saranno apportate piccole modifiche che non cambieranno la sostanza». Secondo il deputato pentastellato «non hanno buone possibilità» neppure gli emendamenti contro Ombrina mare presentati dai parlamentari abruzzesi. «Sto facendo pressione -
dice Vacca - ma da quanto ho capito ci sono molte resistenze».
«Gli abruzzesi sono almeno 300 - dicono gli attivisti del Forum abruzzese dei movimenti per l'acqua - e fa piacere vedere una tale partecipazione. Tra l'altro sono venuti anche tanti abruzzesi che studiano o lavorano qui a Roma. Ci chiediamo cosa voteranno i deputati abruzzesi che in Abruzzo dicono no allo sblocca Italia. Saranno coerenti o seguiranno Renzi?».

LA DISCUSSIONE IN COMMISSIONE AMBIENTE. Intanto in queste ore si stanno discutendo in Commissione Ambiente gli emendamenti al decreto Sblocca Italia che il deputato del Movimento 5 Stelle Gianluca Vacca ha ribattezzato “Sfascia Italia”. «Se il decreto dovesse essere approvato così com'è», dice Vacca, «avrà conseguenze nefaste per il nostro territorio. Il M5S sta portando avanti una battaglia per evitare l'invasione di cemento, trivelle, inceneritori, l'avviamento della privatizzazione dell'acqua, ma la maggioranza Pd è intenzionata ad andare avanti senza nessun pudore ricorrendo a varie modalità di ghigliottina». Vacca annuncia d lavorare in queste ore per «spronare i deputati abruzzesi della maggioranza a fare approvare una sorta di clausola di salvaguardia almeno per il tratto antistante il Parco della Costa Teatina, intervento normativo che, per tutelare le coste del Parco, bloccherebbe definitivamente Ombrina. A luglio avevo già proposto questa soluzione all'allora sottosegretario Legnini, che si mostrò possibilista verso un tale emendamento. Ora siamo alla prova dei fatti: questa è l'ultima possibilità per bloccare Ombrina e tutelare le coste del Parco».