«Noi, abbandonati senza stipendio e Cig»

Scende in strada la protesta dei lavoratori del centro Santa Maria

AVEZZANO. «Abbandonati da tutti»: così si sentono i lavoratori della clinica Santa Maria di Avezzano, del gruppo Villa Pini. E lo hanno scritto sullo striscione che apriva la fiaccolata non autorizzata messa in atto ieri pomeriggio lungo le vie della città, lo hanno infine gridato davanti al Comune di Avezzano.
«Ma nessuno ci ascolta», sostengono i portavoce degli 84 dipendenti marsicani di Angelini rimasti senza lavoro, senza stipendio da quasi dieci mesi e ora anche senza cassa integrazione. Continuano la loro protesta asserragliati sul tetto dell’edificio, nonostante la pioggia, il freddo, ma ieri la tensione è salita alle stelle, tanto che i vigili del fuoco hanno dovuto montare il mega cuscino d’aria sul piazzale della clinica, proprio davanti al tetto, per scongiurare qualunque tipo di tragedia accidentale o dettata dalla disperazione.

La situazione è degenerata quando il corteo a dato vita a una fiaccolata non autorizzata lungo le vie della città. «Dopo dieci mesi senza soldi non ci spaventa più nulla», hanno affermato i manifestanti, «se non ci hanno autorizzato il corteo possiamo dire che questo è un funerale: si celebra la morte del diritto al lavoro, è la commemorazione delle istituzioni che sono defunte e sepolte, che ci hanno abbandonato a noi stessi».

I lavoratori hanno chiesto a gran voce di incontrare subito il sindaco Antonio Floris, che però ha declinato l’invito posticipando l’incontro a domani mattina in Comune «per evitare strumentalizzazioni che potrebbero nascondere fini diversi da quelli del reale interesse della tutela dei diritti dei lavoratori». Posizione che però non ha convito i lavoratori.
Il primario della clinica, Corrado Paoloni, ha ricevuto, durante la manifestazione, il vicepresidente del consiglio regionale Giovanni D’Amico, il consigliere regionale Giuseppe Di Pangrazio e i sindacati.

Sulla vicenda è intervenuta anche il presidente della Provincia, Stefania Pezzoane, che ha attaccato la Regione accusandola di latitanza. «Già nei mesi scorsi», ha affermato, «avevo lanciato un appello al presidente della Regione, Gianni Chiodi, e al consiglio regionale, affinché si adottassero subito le misure necessarie a sbloccare la situazione della clinica. Ho chiesto un provvedimento legislativo immediatamente operativo per risolvere la situazione pregressa e garantire il futuro lavorativo dei dipendenti, ma ad oggi, inspiegabilmente, il presidente Chiodi non ha ancora chiarito quali sono le misure che la Regione prevede per far fronte a questa drammatica situazione».

I lavoratori intanto hanno raccolto tutte le loro tessere elettorali e quelle dei propri familiari in segno di protesta. Si dicono pronti a bruciarle pubblicamente in una manifestazione pubblica che potrebbe essere organizzata nelle prossime ore.