ABRUZZO

Passa la legge urbanistica, case più alte di quelle demolite

A 4 mesi dalle elezioni la maggioranza di centrodestra cambia dopo 40 anni i parametri delle nuove costruzioni. Parole chiave sono consumo del suolo e rigenerazione urbana. Ma l'opposizione tuona: "Legge ghigliottina"

L'AQUILA. L'Abruzzo ha una nuova legge urbanistica. Dopo 40 anni cambiano i paramentri per le nuove costruzioni. A quattro mesi dalle elezioni, è stata approvata in consiglio regionale con i voti della maggioranza di centrodestra del governatore Marco Marsilio. Che esulta: "Si passa dalla espansione edilizia alla riconversione, alla rigenerazione urbana, zero consumo di suolo, attenzione estremo alla difesa dell’ambiente, all’equilibrio e soprattutto, alla qualità architettonica. Elementi importanti inseriti all’interno di questa norma che permetteranno ai professionisti, alle amministrazioni comunali e ai cittadini di avere uno strumento moderno ed efficiente".

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Ma dall'altra parte resta alto il no dell'opposizione sia per i contenuti della nuova legge sia per come si è arrivati alla votazione. Al punto da chiamarla "legge ghigliottina": perché?

"La maggioranza è arrivata a dichiarare l’urgenza sul provvedimento, scelta regolamentare mai utilizzata prima, tranciando il dibattito e cancellando voce e contributo delle opposizioni. Una scelta irrazionale, visto pure che gran parte delle proposte riguardava modifiche alla legge suggerite da organizzazioni di categoria, ordini e tecnici intervenuti in commissione".

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In sostanza Pd, M5s e Abruzzo in Comune, denunciano che è stato impedito di discutere in aula dei loro emendamenti - realizzati con il contributo di tecnici e associazioni di categoria - che avrebbero dato maggiore equilibrio alla norma consentendo di contro nuove volumetrie e cemento. Cose di cui l'Abruzzo non avrebbe assolutamente necessità.

Quali sono i contenuti ritenuti inadeguati e che il centrosinistra avrebbe voluto modificare?

"Due gli emendamenti. Con il primo si puntava a rendere alternativi gli incrementi di volumetria ad oggi in vigore grazie alla modifica della legge regionale n. 49/2012 (decreto sviluppo) avvenuta con l.r. n. 29/2020. Infatti al 60% di aumento di volumetria già possibile, in caso di demolizione e ricostruzione, veniva aggiunto il 10% in caso di ricostruzione in classe energetica A più il 15% in caso di ricostruzione in classe energetica superiore. È evidente che per questi ultimi due incentivi, di fatto si dava lo stesso incremento due volte ed era pertanto necessario quanto meno renderli alternativi. Il secondo emendamento tagliato, prevedeva l’inserimento di una fascia di rispetto di 200 metri dal demanio marittimo, in cui non erano applicabili gli aumenti di volumetria. Questo perché il combinato disposto dato dall’85% totale e dall’assenza di una disciplina di vincolo sui litorali, sta di fatto portando alla realizzazione, in quelle zone, di edifici alti che, da un lato risparmiano suolo, ma dall’altro oscurano tutti i fabbricati retrostanti. L’emendamento trovava forza anche per quello che sta avvenendo sui litorali dove in assenza di una disciplina di vincolo è possibile un aumento di questa portata. Incredibile, poi, quanto deciso per i terreni agricoli: viene reso di fatto impossibile costruirvi, poiché le nuove edificazioni sono permesse solo in presenza di un progetto di sviluppo di un’azienda agricola, che dovrà tra l’altro essere approvato dal Consiglio comunale del territorio di appartenenza. Una scelta che farà discutere e sarà causa di liti giudiziarie. Per chiunque non sia un coltivatore diretto o un’azienda agricola sarà altrettanto impossibile realizzare un piccolo edificio in territorio agricolo, anche nel caso si tratti di una porzione di terreno edificabile".

Il presidente del consiglio regionale, Lorenzo Sospiri, rigetta l'accusa di "legge ghigliottina" e sottolinea come "la nascita della nuova legge urbanistica abbia visto un ampio dibattito con tutti i soggetti interessati e il prezioso contributo di associazioni, organismi di categoria e cittadini oltre che delle opposizioni". E sui contenuti specifica: "Sarà possibile garantire il corretto uso e la tutela delle risorse territoriali, ambientali e paesaggistiche; viene assunto come un dovere il contenimento del consumo del suolo; si punta a migliorare la qualità urbana attraverso la compensazione urbanistica e le misure premiali; si tutela le aree agricole di rilevanza ambientale e la qualità degli spazi urbani; si promuove il risparmio energetico e idrico, con un sistema della mobilità e di smaltimento dei rifiuti che sia razionale; si determinano i livelli di qualità urbana in grado di garantire benessere, salubrità, efficienza e sicurezza, oltre a livelli accettabili di insediamenti urbani promuovendo una maggiore qualità della vita soprattutto per i soggetti fragili, il che significa innanzitutto abbattimento delle barriere architettoniche e città a misura di anziano, bambino o diversamente abile".

Eppure dietro quella parola "risparmio del suolo", per il centrosinistra potranno dilagare aumenti volumetrici e cemento.

“Per capire il valore e la necessità delle modifiche", spiegano i consiglieri Pd Silvio Paolucci, Antonio Blasioli, Dino Pepe, Pierpaolo Pietrucci e Sandro Mariani, "basterebbe fare riferimento alle richieste venute in primis dagli Ordini degli architetti di Pescara, l’Aquila e Teramo, che hanno spiegato come il nuovo testo di legge, seppur innovativo rispetto alla legge del 1983, si innesti su un sistema di piani regionali, il piano paesistico, il quadro di riferimento, fermi al 2000. È proprio su questa visione che i Comuni abruzzesi saranno tenuti a uniformarsi per la loro pianificazione, con “Puc” che prendono il posto dei piani regolatori e che tra l’altro dovranno essere redatti senza risorse regionali e senza incentivi a farlo insieme, rendendo i territori più omogenei tra loro. La nuova legge cristallizza la disciplina del Decreto sviluppo regionale, una norma nata come derogatoria, che diventa però parte di un testo unico, elargendo aumenti di volumetria in caso di demolizione e ricostruzione, questo senza il reperimento di standard e, ancora di più, senza piani attuativi specifici".

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