POPOLAZIONE REGIONALE / ANALISI DEL CRESA

Persi più di settemila residenti nel 2019, L'Aquila maglia nera

Natalità, mortalità, invecchiamento e migrazione. Le cifre del calo demografico in Abruzzo e Italia

PESCARA. Calo demografico e invecchiamento della popolazione. A certificarlo è l’Istat, che dipinge uno scenario per nulla confortante secondo i dati  aggiornati fino al 1° gennaio 2020. In una analisi del Cresa (centro studi dell’Agenzia per lo Sviluppo azienda speciale della Camera di Commercio del Gran Sasso d'Italia), che contestualizza la condizione dell'Abruzzo nel panorama nazionale, si osserva, innanzitutto, che nel quadro di un calo demografico più intenso nelle regioni meridionali, l’Abruzzo registra una contrazione del tasso di crescita naturale (-4,7 per mille, che lo colloca all’11° posto tra le regioni italiane) e una scarsa attrattività nei confronti dei flussi migratori (-0,9 per mille, 13° posto); riporta inoltre un tasso di crescita totale del -5,6 per mille (14° posizione) ed è seconda tra le regioni meridionali, dopo la Campania.

In termini numerici, questo decremento significa la perdita di 7mila 204 residenti nel 2019. Tra le province abruzzesi, è L'Aquila ad assumere, per le contrazioni più evidenti sia sul fronte naturale che su quello da e verso l'estero, l’andamento peggiore, Pescara il migliore. Chieti è l'unica provincia a mostrare un valore positivo, sia pur debolmente, dei flussi migratori. L'Aquila perde 2.537 abitanti, Chieti 1.869, Teramo 1.480 e Pescara 1.318.

A livello nazionale, si contano -189 mila residenti al 31 dicembre 2019 rispetto alla fine dell'anno precedente con un calo demografico del 3,2 per mille abitanti. A giudizio del Cresa, è una contrazione che affonda le radici in un sempre più evidente calo delle nascite (66,2 bambini nati vivi ogni 100 morti contro gli 87,2 del 2012) e in un rallentamento della crescita dei flussi migratori con l'estero (151.654 individui contro i 244.556 del 2012). La conseguenza più evidente dell'insieme di questi fenomeni è l'invecchiamento della popolazione. L'età media a livello Italia è nel 2020 di 45,7 anni (43,8 nel 2012), la percentuale di anziani (65 anni e più) sul totale dei residenti è del 23,2% (20,8% nel 2012). L'indice di vecchiaia, utilizzato in demografia per misurare la velocità di ricambio generazionale, è 178,4 (148,6 nel 2012), vale a dire che in Italia vivono più di 178 anziani ogni 100 giovani sotto i 15 anni, mentre l'indice di dipendenza anziani, che misura il peso degli over 64 sulla popolazione in età attiva, è 36,2 (32,0 nel 2012).

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