Pietraferrazzana, un paese in lista

Nel centro con solo 110 votanti un candidato ogni tre abitanti e cinque aspiranti sindaco
PIETRAFERRAZZANA. Il paese da primato elettorale ha la media di un aspirante consigliere ogni tre abitanti. Poco importa se tre liste su cinque sono fatte di «non residenti» con i candidati che non possono nemmeno votarsi. Appena dopo c'è il record delle statue: una ogni 30 abitanti. C'è il cippo ai caduti della Seconda guerra, la scultura di Padre Pio, quella del cuoco con la scritta "La terra avara per il mondo li sparse" e la Madonna del Lago dei Giochi del Mediterraneo 2009.
II bilancio di Tapia. A Pietraferrazzana, 135 residenti, 70 maschi e 65 femmine, due nascite lo scorso anno e una attesa per il 2011, 110 elettori, appena 4,34 chilometri quadrati di superficie che ne fanno il Comune più piccolo della regione in quanto ad estensione territoriale, 375 metri di altitudine, versante del destro del fiume Sangro, ex frazione di Colledimezzo, zero scuole, un bar, una farmacia e una pasticceria, dicono che sia nato qui il giureconsulto Carlo Tapia, classe 1565, reggente supremo del Consiglio di Stato, entrato nella storia per avere riavviato il riordino dei bilanci comunali con lo scopo di assicurarne il pareggio. Anche il conto consuntivo 2010, assicura il sindaco uscente Ciro Carpineta, al termine del secondo mandato, ha chiuso in pareggio. Ma di fondi pubblici da amministrare c'è ben poco: appena 400mila euro. E se non un amministratore pubblico non si fa venire nuove idee per la testa, come un impianto fotovoltaico o eolico che garantiscono entrate come fossero la vincita alla lotteria, visti i continui tagli nei trasferimenti dello Stato, si rischia di gestire somme che non bastano neppure a garantire i servizi minimi essenziali.
Un esercito di candidati. Eppure fioccano i candidati alle elezioni comunali del 15 e 16 maggio: cinque aspiranti sindaci con altrettante liste e con al seguito 36 potenziali consiglieri. I seggi in municipio, dove nelle poche stanze dell'edificio di via San Sebastiano trovano casa le Poste, l'ambulatorio medico e la Protezione civile Valsangro, sono appena 9. Certo, non si sta stretti nell'aula consiliare, ma le gomitate per accarapparsi almeno un voto sono prevedibili. Anche perché, stante questo maxi schieramento di forze, è con una manciata di preferenze che si risulta eletti. «Sinceramente», dice il sindaco Carpineta, dipendente amministrativo della Comunità montana ma all'occorrenza ruspista se c'è da spalare la neve e autista con la patente Dk se bisogna guidare lo scuolabus, «quando mi incontrano e mi chiedono: "perché cinque liste?", no so come rispondere. Avevo sentore di tre schieramenti, ma così sono davvero tanti. Qui non è che c'è da fare chissà quale campagna elettorale. Comunque parlerò con tutti i compaesani per spiegare come sta la situazione».
L'anomalia. E' racchiusa nel fatto che ci sono tre liste estranee alla residenza in paese dei candidati a sindaco. Anche l'unica donna aspirante primo cittadino non risiede a Pietrafererazzata ma questo è il suo paese da sempre. Tutto è lecito nella candidatura, per carità, e la legge non pone ostacoli. Ma qui ci sono di due schieramenti con candidati a sindaco un agente della polizia penitenziaria di Ortona residente a Paglieta e in servizio a Bologna e un finanziere di Atessa in attività a Bari. E in paese si fa intendere che si tratta del giochino del mese di aspettativa che si può ottenere per la campagna elettorale con l'ipotesi, in caso di vittoria nelle elezioni, di un riavvicinamento al luogo di lavoro. «Non è ciò che ho in mente di fare», smorza subito le polemiche Andrea Miccoli, guardia carceraria, candidato di "Progresso per Pietraferazzana, «mentre la realtà è che i piccoli paesi rischiano di diventare deserti. Ecco, voglio contrastare questo fenomeno e cercare di capire qualcosa di più in politica». I lista con Miccoli c'è la moglie Manuela Marchionno, di Paglieta. La pensa allo stesso modo il finanziere Fabio D'Amelio, che nella lista "Per una rinascita virtuosa" candida la fidanzata Nicolle Valerio e la mamma di lei, Rita Colantonio, entrambe del vicino Colledimezzo: «Non ci sono secondi fini», commenta, «se non un chiaro interesse per questo bellissimo paese avviato al tramonto». L'altra lista di fuori è di Forza Nuova, movimento di estrema destra, e ha come candidato sindaco Francesco Ianni, di Atessa: «Ci presentiamo nei centri piccoli», sottolinea, «per farci conoscere. In passato abbiamo avuto successo in altri comuni e anche adesso ci riproviamo».
Gli autoctoni. Il sindaco uscente, Carpineta, si ripresenta agli elettori come consigliere: candidato sindaco al posto suo è Pierino Liberatore, con la lista "Legalità, onestà e trasparenza", vicesindaco uscente ed ex primo cittadino per diversi mandati, esponente regionale dell'Idv. «Il problema di queste liste esterne», sostiene Liberatore, «è che possono catturare voti di protesta, ma si deve pensare al bene del paese. E noi comunque garantiamo continuità con quanto è stato fatto finora con Carpineta sindaco». Per Danielle Rose Del Peschio, candidata sindaco di "Civiltà e sviluppo democratico Pietraferrazzana", «era inimmaginabile una sfida a cinque. Risiedo a Vasto ma sono originaria di Pietraferrazzana e in lista ho qualche candidato che non è del paese. Ma il paese lo frequento e ci torno spesso. Non mi posso votare, comunque parto in armonia con l'altra lista, quella che candida Liberatore, armonia che spero di ritrovare anche nei prossimi anni. Cerchiamo di mettere pace tra tutti».
Le reazioni. Il farmacista Massimiliano Ramone, di Pescara, è qui da cinque anni. «Lavoro bene, in tranquillità, tra brave persone. Ma cinque liste sono esagerate. Bisognerebbere rivedere la legge elettorale: in una comunità così piccola diventa anche uno spreco di denaro pubblico per quanti devono assentarsi dal lavoro per amministrare il Comune». La pasticcera Annalisa Tumini gestisce con la famiglia la pasticceria "I dolci dell'antica tradizione". «Con cinque liste facciamo ridere», dice con il grembiule corciato alle maniche, «ma meno male che conosciamo i candidati di almeno due schiarementi, espressione del paese».». L'anziana titolare del bar Astor, che rivende anche i tabacchi, fa spallucce e commenta: «Ma che ci vuoi capire qui? Cinque liste, è incredibile. Almeno si vedessero in giro tutti questi candidati».
La protettrice. E' Santa Vittoria vergine e martire, alla quale è dedicata la chiesa parrocchiale posta sotto la rupe calcarea che domina il paese: ecco, allora, che puntare a conquistare il comune ha anche qualcosa di mistico e suona come benedizione e traguardo religioso. E chissà se anche Tapia, risanatore delle casse pubbliche, non interceda laicamente.
II bilancio di Tapia. A Pietraferrazzana, 135 residenti, 70 maschi e 65 femmine, due nascite lo scorso anno e una attesa per il 2011, 110 elettori, appena 4,34 chilometri quadrati di superficie che ne fanno il Comune più piccolo della regione in quanto ad estensione territoriale, 375 metri di altitudine, versante del destro del fiume Sangro, ex frazione di Colledimezzo, zero scuole, un bar, una farmacia e una pasticceria, dicono che sia nato qui il giureconsulto Carlo Tapia, classe 1565, reggente supremo del Consiglio di Stato, entrato nella storia per avere riavviato il riordino dei bilanci comunali con lo scopo di assicurarne il pareggio. Anche il conto consuntivo 2010, assicura il sindaco uscente Ciro Carpineta, al termine del secondo mandato, ha chiuso in pareggio. Ma di fondi pubblici da amministrare c'è ben poco: appena 400mila euro. E se non un amministratore pubblico non si fa venire nuove idee per la testa, come un impianto fotovoltaico o eolico che garantiscono entrate come fossero la vincita alla lotteria, visti i continui tagli nei trasferimenti dello Stato, si rischia di gestire somme che non bastano neppure a garantire i servizi minimi essenziali.
Un esercito di candidati. Eppure fioccano i candidati alle elezioni comunali del 15 e 16 maggio: cinque aspiranti sindaci con altrettante liste e con al seguito 36 potenziali consiglieri. I seggi in municipio, dove nelle poche stanze dell'edificio di via San Sebastiano trovano casa le Poste, l'ambulatorio medico e la Protezione civile Valsangro, sono appena 9. Certo, non si sta stretti nell'aula consiliare, ma le gomitate per accarapparsi almeno un voto sono prevedibili. Anche perché, stante questo maxi schieramento di forze, è con una manciata di preferenze che si risulta eletti. «Sinceramente», dice il sindaco Carpineta, dipendente amministrativo della Comunità montana ma all'occorrenza ruspista se c'è da spalare la neve e autista con la patente Dk se bisogna guidare lo scuolabus, «quando mi incontrano e mi chiedono: "perché cinque liste?", no so come rispondere. Avevo sentore di tre schieramenti, ma così sono davvero tanti. Qui non è che c'è da fare chissà quale campagna elettorale. Comunque parlerò con tutti i compaesani per spiegare come sta la situazione».
L'anomalia. E' racchiusa nel fatto che ci sono tre liste estranee alla residenza in paese dei candidati a sindaco. Anche l'unica donna aspirante primo cittadino non risiede a Pietrafererazzata ma questo è il suo paese da sempre. Tutto è lecito nella candidatura, per carità, e la legge non pone ostacoli. Ma qui ci sono di due schieramenti con candidati a sindaco un agente della polizia penitenziaria di Ortona residente a Paglieta e in servizio a Bologna e un finanziere di Atessa in attività a Bari. E in paese si fa intendere che si tratta del giochino del mese di aspettativa che si può ottenere per la campagna elettorale con l'ipotesi, in caso di vittoria nelle elezioni, di un riavvicinamento al luogo di lavoro. «Non è ciò che ho in mente di fare», smorza subito le polemiche Andrea Miccoli, guardia carceraria, candidato di "Progresso per Pietraferazzana, «mentre la realtà è che i piccoli paesi rischiano di diventare deserti. Ecco, voglio contrastare questo fenomeno e cercare di capire qualcosa di più in politica». I lista con Miccoli c'è la moglie Manuela Marchionno, di Paglieta. La pensa allo stesso modo il finanziere Fabio D'Amelio, che nella lista "Per una rinascita virtuosa" candida la fidanzata Nicolle Valerio e la mamma di lei, Rita Colantonio, entrambe del vicino Colledimezzo: «Non ci sono secondi fini», commenta, «se non un chiaro interesse per questo bellissimo paese avviato al tramonto». L'altra lista di fuori è di Forza Nuova, movimento di estrema destra, e ha come candidato sindaco Francesco Ianni, di Atessa: «Ci presentiamo nei centri piccoli», sottolinea, «per farci conoscere. In passato abbiamo avuto successo in altri comuni e anche adesso ci riproviamo».
Gli autoctoni. Il sindaco uscente, Carpineta, si ripresenta agli elettori come consigliere: candidato sindaco al posto suo è Pierino Liberatore, con la lista "Legalità, onestà e trasparenza", vicesindaco uscente ed ex primo cittadino per diversi mandati, esponente regionale dell'Idv. «Il problema di queste liste esterne», sostiene Liberatore, «è che possono catturare voti di protesta, ma si deve pensare al bene del paese. E noi comunque garantiamo continuità con quanto è stato fatto finora con Carpineta sindaco». Per Danielle Rose Del Peschio, candidata sindaco di "Civiltà e sviluppo democratico Pietraferrazzana", «era inimmaginabile una sfida a cinque. Risiedo a Vasto ma sono originaria di Pietraferrazzana e in lista ho qualche candidato che non è del paese. Ma il paese lo frequento e ci torno spesso. Non mi posso votare, comunque parto in armonia con l'altra lista, quella che candida Liberatore, armonia che spero di ritrovare anche nei prossimi anni. Cerchiamo di mettere pace tra tutti».
Le reazioni. Il farmacista Massimiliano Ramone, di Pescara, è qui da cinque anni. «Lavoro bene, in tranquillità, tra brave persone. Ma cinque liste sono esagerate. Bisognerebbere rivedere la legge elettorale: in una comunità così piccola diventa anche uno spreco di denaro pubblico per quanti devono assentarsi dal lavoro per amministrare il Comune». La pasticcera Annalisa Tumini gestisce con la famiglia la pasticceria "I dolci dell'antica tradizione". «Con cinque liste facciamo ridere», dice con il grembiule corciato alle maniche, «ma meno male che conosciamo i candidati di almeno due schiarementi, espressione del paese».». L'anziana titolare del bar Astor, che rivende anche i tabacchi, fa spallucce e commenta: «Ma che ci vuoi capire qui? Cinque liste, è incredibile. Almeno si vedessero in giro tutti questi candidati».
La protettrice. E' Santa Vittoria vergine e martire, alla quale è dedicata la chiesa parrocchiale posta sotto la rupe calcarea che domina il paese: ecco, allora, che puntare a conquistare il comune ha anche qualcosa di mistico e suona come benedizione e traguardo religioso. E chissà se anche Tapia, risanatore delle casse pubbliche, non interceda laicamente.
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