PREVENIRE E NON CURARE LA DIPENDENZA DAL FUMO

L'ho letta con molto interesse e desidero aggiungere qualche considerazione alla pregevole lettera intorno all'uso delle sigarette da parte degli adolescenti, scritta al Centro dal dottor Alessandro...

L'ho letta con molto interesse e desidero aggiungere qualche considerazione alla pregevole lettera intorno all'uso delle sigarette da parte degli adolescenti, scritta al Centro dal dottor Alessandro Bovicelli, il 14 aprile scorso. In particolare, egli lamenta il fatto che a scuola si fumi e che in classe non si tengano "corsi di educazione che spieghino ai ragazzi quali siano i danni a lungo termine del fumo sulla salute fisica e mentale se poi si passa a "un altro tipo di fumo". Penso che i corsi di educazione alla disaffezione al fumo, che illustrino i danni provocati dalle sigarette possano essere controproducenti perché potrebbero svegliare la curiosità di provare a fumare qualche sigaretta anche in quegli adolescenti che senza sentirne parlare non avrebbero mai acceso una sigaretta per ridurla in fumo e cenere. Così è stato per la droga. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti. In Italia, negli anni Settanta si indagava e si predicava sui danni provocati dalle droghe e il loro consumo è aumentato in maniera esponenziale, forse, perché era stata preferita la via dell'informazione a quella della prevenzione. Da che mondo è mondo è anche il vuoto a creare devianze. Quindi i ragazzi devono essere impegnati per crescere senza sentire l'esigenza di assumere sostanze che possano turbare la loro crescita e la loro salute. Negli anni Novanta ho avuto la fortuna di conoscere un gruppo di ragazzi che frequentavano dei corsi di pallacanestro diretti da Dan Peterson, allenatore di pallacanestro, giornalista e commentatore televisivo statunitense. I ragazzini sognavano tutti di diventare campioni di pallacanestro e ascoltavano religiosamente Peterson, che insegnava agli atleti in erba che per battere un avversario, correndo, bisognava avere fiato da spendere. Per avere fiato e per diventare campioni dell'Nba bisognava eliminare il fumo, che non è affatto necessario per affermarsi nello sport, anzi. I ragazzi ascoltavano in religioso silenzio e mettevano in pratica i consigli di Peterson e quelli tra loro che già fumavano venivano redarguiti dai compagni di squadra e invitati ad astenersi. Le scuole dovrebbero rimanere aperte 16 ore al giorno e offrire ai giovani e agli adulti la possibilità di praticare sport e altre attività. Così facendo non si ridurrebbe subito l'uso delle sigarette, ma sicuramente si imboccherebbe la strada per una inversione a U sulla via del tabagismo.
*promotore culturale