Prima chiusura all’outlet Scoppia la protesta dei lavoratori a rischio

Prima domenica di chiusura al Città Sant’Angelo Village. Ma i dipendenti dell’outlet sono andati lo stesso sul posto di lavoro per protestare: "La domenica vogliamo lavorare"
CITTA’ SANT’ANGELO. Prima domenica di chiusura al Città Sant’Angelo Village. Ma i dipendenti dell’outlet sono andati lo stesso sul posto di lavoro per protestare: «La domenica», hanno spiegato, «noi vogliamo lavorare». Hanno chiesto così di accelerare l’iter politico per la nuova legge regionale sul commercio che, nella bozza licenziata dalla commissione, permetterebbe ai sindaci di decidere autonomamente sulle deroghe domenicali. E dunque di lasciare i negozi aperti tutte le domeniche.
La paura dei dipendenti è per i probabili tagli all’occupazione: il 40 per cento dei circa quattrocento lavoratori dell’outlet hanno contratti part time, sono impiegati solo nei fine settimana e la domenica è il giorno della settimana di maggiore affluenza.
Una manifestazione organizzata dai lavoratori, senza il supporto dei sindacati. «Non ci fermeremo qui», hanno assicurato, «siamo pronti a manifestare anche all’Aquila». Domani, una delegazione andrà all’Aquila per seguire il consiglio regionale che discuterà della nuova legge.
«Perché dobbiamo restare chiusi?», ha esordito una commessa, Manola, «a chi diamo fastidio? Vogliamo lavorare, la domenica viene gente da fuori, non danneggiamo nessuno. Ogni domenica persa è un danno non solo economico, anche d’immagine e credibilità. Noi siamo qui ad accogliere le persone e a scusarci, potremmo farlo anche ogni domenica ma fino a quando le persone torneranno?». Ieri tanti clienti sono arrivati lo stesso anche se erano aperte solo le attività di ristorazione: «Anche da città lontane come Isernia, Foggia e Ascoli», hanno sottolineato i lavoratori. In una piazza dell’outlet, un banchetto per la raccolta delle firme a sostegno della protesta, dove sono andati molti clienti che non sapevano della chiusura: «Invieremo gadget e buoni sconto a chi è venuto da lontano», spiega il direttore dell’outlet Gianluigi Rinaldo, «era impossibile avvisare prima». All’assemblea ha preso parola anche l’assessore Ignazio Pratense che ha espresso «solidarietà» a nome degli amministratori comunali presenti.
La paura dei dipendenti è per i probabili tagli all’occupazione: il 40 per cento dei circa quattrocento lavoratori dell’outlet hanno contratti part time, sono impiegati solo nei fine settimana e la domenica è il giorno della settimana di maggiore affluenza.
Una manifestazione organizzata dai lavoratori, senza il supporto dei sindacati. «Non ci fermeremo qui», hanno assicurato, «siamo pronti a manifestare anche all’Aquila». Domani, una delegazione andrà all’Aquila per seguire il consiglio regionale che discuterà della nuova legge.
«Perché dobbiamo restare chiusi?», ha esordito una commessa, Manola, «a chi diamo fastidio? Vogliamo lavorare, la domenica viene gente da fuori, non danneggiamo nessuno. Ogni domenica persa è un danno non solo economico, anche d’immagine e credibilità. Noi siamo qui ad accogliere le persone e a scusarci, potremmo farlo anche ogni domenica ma fino a quando le persone torneranno?». Ieri tanti clienti sono arrivati lo stesso anche se erano aperte solo le attività di ristorazione: «Anche da città lontane come Isernia, Foggia e Ascoli», hanno sottolineato i lavoratori. In una piazza dell’outlet, un banchetto per la raccolta delle firme a sostegno della protesta, dove sono andati molti clienti che non sapevano della chiusura: «Invieremo gadget e buoni sconto a chi è venuto da lontano», spiega il direttore dell’outlet Gianluigi Rinaldo, «era impossibile avvisare prima». All’assemblea ha preso parola anche l’assessore Ignazio Pratense che ha espresso «solidarietà» a nome degli amministratori comunali presenti.
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