Prorogati i commissari Asi

Il Pd incalza Chiodi e Rapagnà rilancia i 5 referendum

PESCARA. Ritardi sull'abbassamento dei costi della politica che rischiano di trasformarsi in una beffa e immobilismo sul terreno delle riforme. Un altro segnale? La proroga dei commissariamenti nei consorzi industriali.

Carrozzoni pubblici che da oltre 15 anni in Abruzzo galleggiano tra i debiti e, di fatto, sono esautorati da qualsiasi funzione programmatoria. «Apprendo oggi» attacca il capogruppo regionale del Pd, Camillo D'Alessandro, «che, dopo un anno, vengono prorogati i commissariamenti ai consorzi industriali. Avevano previsto un periodo per riformarli, quindi di procedere alle nomine dei nuovi cda. Avrebbero, viceversa, potuto decidere di chiuderli definitivamente. Invece cosa fanno? Divisi su come spartire seggiole e sgabelli, ricorrono alla proroga». Su ritardi e incapacità decisionali, il Pd incalza la maggioranza di centrodestra. «Oltre al danno arriva la beffa» prosegue D'Alessandro nel rilevare il contenuto dell'articolo 5 della manovra finanziaria del governo. «Laddove si dispone», spiega, «che tutte le economie provenienti dai tagli alle indennità consiliari non restano in Regione, ma tornano allo Stato per finanziare il debito pubblico. Insomma», avverte il capogruppo del Pd, «quando la maggioranza si deciderà a tagliare, le somme risparmiate non resteranno più in Abruzzo ma prenderanno la via per Roma».

E sul capitolo costi della politica si registra un fatto nuovo. Il comitato promotore per la raccolta delle firme su 5 referendum regionali abrogativi e su una proposta di legge d'iniziativa popolare, annuncia che è stata sbloccata la procedura utilizzando gli stessi moduli già vidimati il 9 luglio 2008. La procedura, sospesa per effetto della caduta della giunta Del Turco e successivamente per il terremoto, può dunque ripartire. Ma a cosa servono i referendum? Per Rapagnà, potrebbero costituire l'unico grimaldello per scardinare i meccanismi che alimentano i costi della politica. Il primo quesito riguarda l'abrogazione di alcune disposizioni che consentono «di conferire indiscriminatamente a soggetti pubblici e privati, esterni alla Regione, incarichi professionali, collaborazioni e consulenze a carico del bilancio regionale». Il secondo, chiede lo scioglimento dell'Agenzia sanitaria regionale (Ars) quale istituzione del sistema sanitario regionale. Con il terzo, si punta a una riforma del trasporto locale. Il quarto, chiede lo scioglimento dell'agenzia regionale per i servizi allo sviluppo agricolo (Arssa). Il quinto, attiene allo scioglimento dell'azienda di promozione turistica (Aptr) e delle società da essa partecipate. La proposta di legge di iniziativa popolare, infine, sollecita la riduzione del 50% di indennità, compensi e competenze dei consiglieri e assessori regionali, spese di rappresentanza e contributi finanziari omnibus. In pratica, la realizzazione in tempi brevi di una vera e propria riforma e riordinamento degli enti strumentali della Regione e una nuova disciplina per conferire nomine, incarichi, consulenze e collaborazioni.

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