Quattro abruzzesi premiati dal presidente Mattarella 

Onorificenza per Marco Checchi, amministratore delegato della Pelliconi di Atessa  Tre gli studenti insigniti per i risultati scolastici: due per il 2021 e uno per lo scorso anno

Lo conserva ancora il suo primo tappo di bottiglia prodotto in Pelliconi, Marco Checchi, amministratore delegato della fabbrica leader nel mondo per la produzione dei tappi a corona che gli è valsa l'onorificenza di Cavaliere della Repubblica, consegnatagli ieri a Roma in una cerimonia al Quirinale. Oggi 62enne, Checchi a 30 anni, alla fine degli anni '80, si è ritrovato prestato all'industria per amore (prima era un bancario, ha sposato la figlia del proprietario, Claudia Pelliconi, conosciuta per una consulenza in azienda) e ha portato lo stabilimento da zero a cento in pochi anni, rendendolo uno dei più competitivi del settore, una multinazionale che produce 31 miliardi di tappi all'anno con 600 clienti tra cui magnati come Coca Cola, Danone, Heineken, Carlsberg, Pepsi Cola, Nestlè. Ma di lui, prima dei numeri, arriva l'umanità, la capacità di creare sviluppo e lavoro, l'impegno etico e sociale, la lungimiranza. Ed è anche per questo che da oggi ha quella croce verde bordata d'oro appesa al collo. La Pelliconi è una delle fabbriche virtuose d'Abruzzo. Mai una crisi, rapporti ideali con i sindacati («ho parlato sempre con lealtà», spiega Checchi, «nessuno si è mai aspettato sorprese») e quando c'era bisogno di licenziare «ci siamo sacrificati e abbiamo mantenuto tutti, cercando di dare sempre una mano ai più deboli». Oggi la Pelliconi, oltre allo stabilimento di Atessa, tra i più grandi al mondo per la produzione di tappi e il più innovativo del gruppo, core business di tutta la storia industriale di Pelliconi, e di quello dell'Emilia Romagna, ha siti produttivi in Egitto, Stati Uniti, Francia, due in Cina, di cui uno appena inaugurato e a breve anche in Brasile. L'azienda riutilizza oltre il 95% degli scarti di produzione e ha un export del 90%, con più di 600 dipendenti di cui circa 230 ad Atessa. «Il riconoscimento», ha detto l’imprenditore al Centro, «l'ho avuto io, ma è di tutti i miei dipendenti: senza di loro non ci sarebbe mai stato». Ed è così che Checchi è diventato un capitano d'industria e un cavaliere del lavoro: ha creduto negli uomini prima che nelle macchine. «I macchinari sono semplici da comprare», spiega, «basta avere i soldi. Ma le persone sono una ricchezza che si deve costruire negli anni. Ho sempre condiviso con i miei dipendenti obiettivi aziendali e sfide da fronteggiare. Insieme siamo una famiglia e mi piace pensare che oltre a essere lavoratori esperti e appassionati, i dipendenti Pelliconi siano persone che sono cresciute e maturate negli anni, con un senso di responsabilità collettivo e non solo aziendale. Il 15 ottobre abbiamo avuto la piacevole sorpresa ad Atessa che tutti avessero il Green pass. Un successo sociale, prima ancora che aziendale». E per capire l'uomo basta il fatto che, ogni volta che stappa una bottiglia a tavola o al mini bar di un hotel, Checchi guardi sempre il tappo. «Mi emoziona ogni volta sapere che alle Fiji come in Sud America e in Australia ci sia un tappo che parla abruzzese».
«È stata un’emozione grandissima essere premiata dal presidente della repubblica». È ancora emozionata Nicol D’Amelio che ieri mattina al Quirinale ha ricevuto dalle mani del presidente Sergio Mattarella il premio Alfieri del lavoro 2021, organizzato dalla federazione nazionale dei cavalieri del lavoro e assegnato ai venticinque migliori studenti d’Italia, scelti su segnalazione dei presidi in base al rendimento scolastico. E quello di Nicol è stato eccezionale, con una media di 9.86 nei cinque anni di liceo classico (media più alta della scuola), chiusi a luglio con 100 e lode all’esame di Stato. «Ho saputo a febbraio che la scuola mi avrebbe candidata per il premio», racconta Nicol, «ma su oltre 2.700 studenti di tutta Italia non pensavo potessi essere scelta io». Una gioia anche per i genitori Lindo D’Amelio e Antonella Rapino, la sorella Giorgia, le amiche e gli studenti del classico che hanno seguito la diretta della consegna del premio alla “collega” che ama le materie umanistiche fin da bambina e si è iscritta alla facoltà di lettere moderne a Bologna. «Il mio sogno? Fare la giornalista», dice Nicol.
Tra i venticinque Alfieri del Lavoro 2021, c’è anche il 19enne teramano Emanuele Volpini, diplomato al liceo scientifico Delfico, distintosi in particolare per l’amore e la passione della lingua latina.
Quest’anno la cerimonia al Quirinale ha visto la premiazione di cinquanta Alfieri del Lavoro: i venticinque selezionati per il 2021 più i venticinque selezionati nel 2020. Lo scorso anno la cerimonia è stata infatti rinviata per l’emergenza sanitaria: così, ieri ha ricevuto l’onorificenza dalle mani di Sergio Mattarella anche Alessio Giuffrida, diplomatosi al Liceo Scientifico Fermi di Sulmona e iscritto al Politecnico di Torino, alla facoltà di Ingegneria informatica.
Ha collaborato Teresa Di Rocco