Rigopiano, la sorella del proprietario dell’hotel: «Il giudice ha parlato di caos, nessuno sapeva chi comandasse»

Processo d’Appello-bis a Perugia. Rossella Del Rosso: “È stata usata la parola caos per definire la mancata prevenzione e la gestione dell'emergenza da parte di coloro che erano preposti all'esercizio della Protezione Civile”
PERUGIA. "Finalmente un giudice ha detto chiaramente che il 18 gennaio 2017 in Abruzzo non si sapeva chi comandasse". A dirlo è Rossella Del Rosso a margine dell'appello bis su Rigopiano, in corso a Perugia, nel quale è parte civile. La donna è la sorella di Roberto Del Rosso, proprietario e gestore dell'hotel, che morì nella tragedia insieme ad altre 28 persone.
"Il giudice ha usato la parola caos - ha detto ancora Rossella - per definire la mancata prevenzione e la gestione dell'emergenza da parte di coloro che erano preposti all'esercizio della protezione civile. Questa è una tesi che noi familiari abbiamo sempre sostenuto e che purtroppo ci vede a constatare, anche nel processo attuale, che mancano proprio gli esponenti principali della protezione civile, la Regione, la Provincia, la prefettura e la Dicomac che avrebbe dovuto monitorare lo sciame sismico anche in Abruzzo".
E poi: "Il dolore è profondo ed è associato a tutti coloro che hanno perso qualcuno, ma si aggiunge la delusione per un iter processuale partito carente e che continua nel suo corso a vedere svilita la nostra richiesta di giustizia", ha concluso Del Rosso.
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