AUTOSTRADE ABRUZZO

Rincari dei pedaggi, sindaci in attesa del ministro: resta fissata la manifestazione di protesta

Salvini ha preferito incontrare informalmente solo quattro amministratori della Lega con la promessa di un confronto aperto a dicembre. Ma il gruppo dei 117 rappresentanti di Abruzzo e Lazio insistono: "Finora nessuna convocazione"

PESCARA. "Sindaci e amministratori di Lazio e Abruzzo restano in attesa di una convocazione ufficiale da parte del Ministero e confermano, nel caso in cui il “silenzio” del ministro dovesse perdurare, la manifestazione fissata per il 29 novembre nei pressi del ministero dei Trasporti". E' il comunicato che chiude la giornata controversa sugli incontri tra il ministro Salvini e i sindaci/amministratori (compresi L'Aquila e Teramo) delle due regioni che chiedono decisioni concrete sul congelamento delle tariffe autostradali (se non il loro ribasso).

Controversa perché se da una parte dal ministero si dice che un incontro c'è stato dall'altra viene ribadito che non c'è stato alcun incontro tra le parti e quello che è stata definito incontro è stato in realtà solo un avvicinamento tra il Salvini, leader della Lega, e solo qualcuno dei sindaci che sono della Lega.

I sindaci sono da tempo impegnati nella lotta contro il “caro-pedaggi” e per la sicurezza di A24/A25.

In mattinata era uscita una nota secondo cui "dopo l'incontro informale, il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini ha inserito in agenda due appuntamenti per il dossier sulla A24/A25: martedì 29 novembre con una riunione tecnica per acquisire ulteriori elementi che sono tuttora in corso di approfondimenti. E a dicembre un confronto aperto a tutti gli amministratori". Obiettivo: scongiurare l'aumento dei pedaggi che può scattare dal primo gennaio. 

Ma l'incontro o presunto tale ha subito suscitato le reazioni. "Chi è andato a Roma a incontrare il ministro non ci rappresenta, non è la nostra delegazione. Evidentemente, Salvini vuole parlare e confrontarsi solo con una manciata di suoi sindaci, della Lega", ha commentato il sindaco di Carsoli, Velia Nazzarro che ha spiegato in una nuova nota come sono andate le cose: "Il ministro dopo ben due richieste di convocazione, non solo non ci ha risposto ma non ci ha convocato preferendo parlare con i suoi sindaci, due soli dei quali, il sindaco di Borgorose e presidente della Provincia Rieti, Mariano Calisse, e Giuseppe Buccella, sindaco di Ortona, fanno parte del nostro gruppo, gli altri due, Francesco D'Amore, sindaco di Fagnano Alto e Giuseppe Serratore, vice sindaco di Casape non li abbiamo mai visti". "Fuori dalla porta oggi sono rimasti dunque 114 sindaci, tolti i 2 che c'erano. Noi siamo sindaci di tutti gli schieramenti politici, di destra, centro e sinistra, vera espressione del territorio. Non capiamo davvero la ragione della mancata convocazione della nostra delegazione, una occasione persa, per entrare nel merito delle scelte da fare, di richieste ragionevoli e note a tutti".

A ribadire la posizione di sindaci e amministratori di Lazio e Abruzzo è arrivata in serata una nuova comunicazione seguita da 117 firme tra sindaci - compresi quelli dell'Aquila e di Teramo - presidenti Anci (associazioni dei Comuni) Abruzzo e Lazio e di Comunità montane. Nell'elenco non ci sono il sindaco di Fagnano e il vice di Casape.

"All’esito dell’incontro convocato dopo i comunicati stampa del Mit, ribadiscono che il gruppo, ad oggi, non ha ancora ricevuto alcun riscontro alle note inviate al Mit e che i quattro amministratori delle due regioni che, nella giornata odierna, hanno incontrato il ministro Salvini, non rappresentavano il gruppo della “A24/A25” non avendo ricevuto alcuna delega in tal senso". Pertanto, sindaci e amministratori di Lazio e Abruzzo restano in attesa di una convocazione ufficiale da parte del Mit e confermano, nel caso in cui il “silenzio” del Ministro dovesse perdurare, la manifestazione fissata per il 29 Novembre 2022 nei pressi del Ministero dei Trasporti. "I sindaci e gli amministratori di Lazio e Abruzzo che portano avanti una battaglia di civiltà da quasi 5 anni", continua la nota, "non demordono e continueranno a lottare per garantire ai loro territori autostrade sicure e meno care".