«Santo Padre, venga a Lanciano per conoscere la città e le sue feste»

25 Settembre 2013

Mi rivolgo a lei Santo padre per farvi conoscere la mia città di Lanciano dove siamo tutti fedeli per la profonda devozione alla Madonna. Questa devozione si trasmette ai figli, nipoti per tutte le...

Mi rivolgo a lei Santo padre per farvi conoscere la mia città di Lanciano dove siamo tutti fedeli per la profonda devozione alla Madonna. Questa devozione si trasmette ai figli, nipoti per tutte le generazioni che verranno, in modo che attraverso Maria tutto il mondo possa risvegliarsi da questo torpore di valori assopiti, e riprendere il santo cammino verso quella fede che ci ha insegnato ad amare anche il nostro peggior nemico.

La mia città decorata al valor militare della resistenza è una città meravigliosa a cominciare dalla “Squilla” di Natale, dove la città si accorge che la vita sta rallentando, le attività si stanno fermando, le strade appaiono sempre più libere dalle automobili e di gente: e quelle persone che ancora si incontrano hanno le mani impegnate a stringere i doni e i dolci tipici quali le crespelle, e i tarallucci con la marmellata di uva nera, da scambiare e da gustare. Contemporaneamente l'orologio batte le ore 19, si gode l'attesa forte e tonante concerto di campane inneggianti alla pace.

Il 13 febbraio cade la festa di San Biagio protettore della mal di gola e dei lanaroli. La tradizione vuole che il Santo, vissuto nel secolo quarto, vescovo di Sebastiani Cappadocia salvò un bimbo a cui era andata di traverso una lisca di pesce e rischiava di morire. La tradizione continua della funzione sacra alla gola il giorno della festa, e viva, la sera delle tre febbraio centinaia di lancianesi si recano nell'antica chiesa di San Biagio per ricevere la benedizione e avere la protezione delle malattie alla gola.

La processione del venerdì Santo è intrisa dei più alti valori della fede. Tutta la città senza alcuna eccezione ripercorre il cammino del Golgota come se anche il nostro territorio fosse la croce del figlio di Dio, colui che era avvenuto per salvarci.

Siamo la città del Miracolo eucaristico. Nella mia città la storia della Chiesa registrò diversi miracoli eucaristici, se ne sono verificati addirittura due, non solo per la città ma per l'intera cristianità.

E per finire, caro Santo Padre il mondo di oggi ha urgente necessità di curare le sue numerose ferite e lei Santo padre ha tutte le qualità per continuare a vivere in un mondo migliore. Per ottenere questo grande miracolo ci vuole sempre la fede è l'amore che Dio ci ha donato. E per finire tutto il popolo del comprensorio frentano la invita a fare una visita nella vostra meravigliosa città per ammirare tutte le tradizioni che nel corso di ogni anno non finiscono mai. Allego una mia poesia scritta in dialetto frentano “Lu lancianese té nu tesore de fede”.

Renato Bomba