<strong>Castelnuovo. </strong>Due sono della Spt, la società che fa capo al Ruzzo, e due di un’impresa privata

Scaricano liquami nel Vomano

Indagati quattro operai scoperti per caso dalla Polstrada

CASTELNUOVO VOMANO. Sorpresi da una pattuglia della Polstrada di Pineto mentre smaltiscono nel terreno rifiuti liquidi inquinanti che finiscono poi nel fiume Vomano. Per questo motivo sono stati denunciati alla Procura quattro operatori: due dipendenti di una ditta privata e gli altri due in forza alla Spt (servizi pubblici teramani), società per azioni che fa capo alla Ruzzo Reti.

La Spt si occupa dell’autospurgo oltre che del controllo degli impianti fognari per conto di una ventina di Comuni del Teramano. Per tutti e quattro i denunciati l’accusa è di abbandono incontrollato di rifiuti pericolosi e danneggiamento ambientale in concorso fra di loro, visto che si tratta di soggetti che operano per conto di società differenti.

L’episodio si è verificato qualche giorno fa in località Villa Parente, all’altezza del ponte che collega Castelnuovo a Cellino Attanasio. Gli agenti hanno notato lo strano movimento di mezzi a ridosso del letto del fiume Vomano mentre erano fermi lungo la strada soprastante, così hanno deciso di scendere per vedere più da vicino cosa stesse accadendo. Gli operatori stavano armeggiando vicino a una stazione di sollevamento che fa parte del sistema di smaltimento dei rifiuti liquidi provenienti dai Comuni vicini.
In pratica, per risolvere l’intasamento di una pompa, aspiravano i liquami con il mezzo della ditta privata per poi immetterlo in un canale interrato da cui l’acqua putrida si disperdeva nel terreno circostante per finire nelle acque del Vomano, poco distanti.

All’arrivo degli agenti, i quattro operatori hanno cercato di confondere le carte in tavola per evitare di far comprendere la reale natura delle loro intenzioni. Per questo motivo i poliziotti hanno scattato un gran numero di fotografie, che ora saranno inviate in Procura assieme al rapporto dettagliato dell’intervento.
Gli agenti della Polstrada hanno chiesto e ottenuto l’immediato supporto della polizia provinciale, i cui uomini sono esperti di casi del genere in quanto addetti al controllo e al costante monitoraggio delle aste fluviali della provincia di Teramo, con il compito di salvaguardarlo proprio dall’inquinamento provocato da episodi simili.

Spetterà ora al magistrato che sarà incaricato dell’inchiesta stabilire se si sia trattato di un episodio isolato o se, al contrario, si siano verificati altri casi analoghi. Un altro aspetto da chiarire riguarderà inoltre la responsabilità oggettiva dell’episodio. Bisognerà cioè capire se i quattro operatori abbiano agito in maniera autonoma o se avessero prima informato i rispettivi responsabili.