Scuole abruzzesi senza controllo: a una su tre mancano i certificati di sicurezza

A fornire il quadro dell’anno scolastico alle porte è l’ultimo dossier di Tuttoscuola, che si concentra sugli immobili che ospitano i nostri studenti: l’edilizia scolastica è ferma e sempre più insicura
La scuola italiana viaggia a due velocità. C’è quella delle riforme didattiche che, quasi annualmente, cambiano nome e contenuti all’istruzione (vedi l’ennesima “nuova” maturità voluta dal ministro Giuseppe Valditara); accanto, c’è quella, ben più lenta, dell’edilizia scolastica, ferma e sempre più insicura. Anche in Abruzzo. A fornire il quadro dell’anno scolastico alle porte è l’ultimo dossier di Tuttoscuola, che si concentra sugli immobili che ospitano i nostri studenti. I risultati sono allarmanti: 9 scuole su 10 non sono a norma di sicurezza, essendo prive di uno o più certificati obbligatori. In questo campo l’Abruzzo può “vantare” un particolare primato: è maglia nera d’Italia per percentuale di edifici totalmente irregolari (32,4%). L’opportunità per attaccare la maggioranza di governo è ghiotta. E l’opposizione la coglie al volo: «Migliaia di studenti e studentesse, docenti e personale vivono ogni giorno in edifici che non garantiscono pienamente la tutela del diritto allo studio e alla sicurezza – commenta il segretario regionale dei Giovani democratici Saverio Gileno – invece che parlare di divieto dei telefonini e riforme di facciata, chiediamo che il ministro dell’Istruzione e l’Ufficio scolastico regionale assumano come priorità assoluta la messa in sicurezza degli edifici». LE CERTIFICAZIONI Sono 5 le certificazioni richieste in materia di sicurezza. E cioè il certificato di agibilità, il certificato di prevenzione incendi, il certificato di omologazione centrale termica, il piano di evacuazione e il documento di valutazione dei rischi. I primi tre sono rilasciati da enti esterni, mentre gli altri due sono prodotti dall’istituzione scolastica a cui fanno capo gli edifici. Ciascuno dei cinque documenti riguarda aspetti essenziali per l’incolumità degli 8 milioni di italiani, tra studenti, docenti e personale scolastico che vivono abitualmente questi immobili. La normalità, in un Paese del G7, dovrebbe essere quella di una regione in cui la stragrande maggioranza degli edifici sono in regola, ma il report di Tuttoscuola racconta una realtà profondamente diversa. I NUMERI IN ABRUZZO Il dossier si concentra sull’anno scolastico, 2023-2024, l’unico in cui «i dati sono disponibili in maniera completa», spiega il portale. A livello nazionale, su 40mila edifici sono 36mila quelli che non dispongono di almeno una delle certificazioni richieste; 3.588 quelli che non ne possiedono nessuna. In questa speciale categoria l’Abruzzo risulta la peggiore regione d’Italia per numero (in percentuale) di scuole completamente irregolari, con 342 edifici su 1.057. La media nazionale, per intenderci, è del 9%. L’altra faccia della medaglia di questo dato è il numero di istituti che possiedono tutte le certificazioni necessarie. Nella nostra regione sono appena 61, cioè il 5,8% del totale. Pur non essendo maglia nera (il Lazio è la peggiore con appena il 2,1% delle scuole a norma), l’Abruzzo si assesta ben al di sotto della media del Paese del 9,8%. «SCUOLA A RISCHIO CROLLI» Un altro dato inquietante è quello relativo alla normativa antisismica. In questo campo i certificati fondamentali sono due: il progetto antisismico e il certificato di collaudo statico. In una regione particolarmente esposta al rischio di terremoti come l’Abruzzo, ci si aspetterebbe di trovare quantomeno un’alta percentuale di istituti in regola. E invece Tuttoscuola documenta che appena il 10,8% delle scuole abruzzesi dispone di un progetto antisismico, a dispetto del 12,8% una media nazionale. Ma c’è anche chi fa molto peggio, come la Sardegna, la peggiore regione d’Italia in questo campo con solamente 0,7% degli immobili a prova di terremoto. Per quanto riguarda il certificato di collaudo sismico, si tratta di un documento che attesta la sicurezza di un fabbricato dal punto di vista strutturale. Non è obbligatorio per gli immobili costruiti prima del 1967, a meno che, successivamente, siano stati apportate modifiche all’edificio. Qui l’Abruzzo si pone appena al di sopra della media nazionale (rispettivamente 53,8% e 53,3%), rimanendo comunque al di sotto di regioni come la Valle d’Aosta, il Molise e il Piemonte, dove la percentuale di scuole in regola è tra il 70 %e l’80%. LE CAUSE Insomma, la fotografia scattata dal portale è quella di una scuola insicura, dove le normative ci sono ma non vengono rispettate. A chi imputare le responsabilità? Puntare il dito contro l’attuale governo sarebbe troppo facile, perché spesso si tratta di situazioni cristallizzate nel corso degli anni. Il report individua le cause strutturali del problema in una serie di fattori, come la carenza di finanziamenti, la burocrazia, lo scarico di responsabilità tra diversi soggetti, le insufficienti competenze specialistiche negli uffici comunali e provinciali e l’insufficiente disponibilità sul mercato di professionalità avanzate e di imprese disponibili per i lavori. IL PNRR Le speranze per il futuro sono riposte nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, il più piano di investimenti della storia del nostro Paese in materia scolastica. Parte di questi fondi europei è stata diretta proprio all’adeguamento antisismico degli immobili. Il problema sono le tempistiche richieste dall’Ue per il completamento delle opere. Molti cantieri, compresi quelli in Abruzzo, sono in ritardo. Una boccata d’ossigeno è arrivata dal “Decreto coesione”, che ha prorogato la data di scadenza al 31 dicembre 2025, ma i tempi stringono. Se i lavori non terminano entro la fine dell’anno, il rischio è che Bruxelles decida di definanziare i progetti. E a quel punto l’edilizia scolastica italiana avrebbe sprecato una grandissima chance per rendersi più sicura. La vera riforma mancata di un sistema d’istruzione che cambia continuamente. Ma portandosi dietro gli stessi problemi.