10 settembre

Oggi, ma nel 2016, a Parma, nel suo appartamento al civico 61 di Largo Guido Carli, Luigi Colla, saldatore all’Sma serbatoi metallici, di 42 anni, accoltellava mortalmente la ex fidanzata Elisa Pavarani, anche lei operaia, di 39, di Sala Baganza, a 12 chilometri a sud del capoluogo di provincia, che non voleva più stare insieme a lui. L’incontro chiarificatore, che sarebbe dovuto anche servire alla malcapitata (nella foto, particolare) per recuperare alcuni indumenti ed oggetti personali, si era trasformato in agguato letale con sei fendenti assestati, iniziando a colpirla di spalle con le prime due stilettate, al cuore e ai polmoni con violenza tale da rompere la lama. I due erano stati insieme 13 anni durante i quali le liti non erano mancate, anche a causa del carattere di lui, tendenzialmente iracondo. Con buona probabilità le sue peculiarità caratteriali gli erano costate già il trasferimento dalla sede principale nella frazione di San Prospero di Parma a quella decentrata di San Secondo Parmense della fiorente ditta fondata nel 1963 dai fratelli Rampini sull’iconica via Emilia. Lei non aveva iniziato alcuna relazione con un altro uomo. Il “femminicidio”, e verosimilmente messo a segno con premeditazione e sotto effetto di medicinali, droga e alcol, riportava alla mente l’assassinio analogo avvenuto 10 anni prima nella medesima città, il 12 settembre 2006, ai danni di Silvia Mantovani, di 28, anche lei fatta fuori dalle 20 “zaccagnate” dell’ex compagno di vita Aldo Cagna. Quest'ultimo, coetaneo, consumatore di stupefacenti e con precedenti per spaccio, dopo 6 anni di alti e soprattutto di bassi nel rapporto, dopo aver assunto sostanze d'abuso l’aveva aspettata fuori dallo stabilimento, nella frazione Martorano di Parma, nel quale lei effettuava part-time la lavorazione dei pomodori per guadagnare qualche euro in attesa di superare l’ultimo esame necessario per conseguire la laurea in medicina. Il 15 febbraio 2020 Colla, reo confesso, verrà condannato, in via definitiva, a 30 anni di reclusione, dopo il passaggio in Corte di cassazione di conferma della sentenza d’appello.