Sevel, la Fim-Cisl difende gli accordi di Torino

Il sindacato scommette sulla ripresa e fa appello all’unità con la Fiom

ATESSA. «Gli accordi sottoscritti il 14 aprile a Torino confermano la volontà della Fiat di continuare a investire sulla Sevel di Piazzano di Atessa. La produzione del 2011, pari a 215mila furgoni, dunque in netta crescita, ci permette di guardare con fiducia al futuro e soprattutto rassicura i lavoratori».

Ad affermarlo è Domenico Bologna, segretario della Fim-Cisl che, nel definire «allarmistiche e infondate le voci diffuse a scopo propagandistico sul destino della Sevel», interviene in merito alle intese sul monte ore dei permessi sindacali e sul piano di sviluppo dello stabilimento di veicoli commerciali, di proprietà della Fiat e del gruppo francese Psa (Peugeot e Citroen). La Fim scommette sulla ripresa della fabbrica più grande d'Abruzzo, dove sono occupati oltre 6.200 lavoratori. «La crescita della Sevel», sostiene Bologna, «in una situazione di crisi persistente a livello locale e nazionale, è l'unica solida garanzia per dare risposte agli ex precari e a tutto il territorio per un futuro sereno dei giovani e delle famiglie».

Per la Fim-Cisl «tutto il resto è propaganda e chiacchiera», con evidente riferimento alla Fiom, che non ha sottoscritto gli accordi e contesta il piano di sviluppo della Sevel. Secondo i metalmeccanici Cisl, un altro punto positivo è la riconquista, dopo sei anni, di un tavolo locale in cui il sindacato discuterà con la dirigenza Fiat tutte le problematiche della fabbrica, dalla missione dello stabilimento alla produttività, dal salario all'occupazione, dai carichi di lavoro alla sperimentazione del nuovo sistema di lavoro Ergo-Uas.

«Il confronto con Fiat deve essere compito del sindacato e non possiamo affidare ad altri soggetti, come Regione e Province, questioni che riguardano direttamente i lavoratori e, in quanto tali, non possono essere demandate a estranei» prosegue il segretario. La Fim ci tiene a ribadire che con la clausola di responsabilità presente nelle intese di Torino «l'eventuale sanzione per il non rispetto degli accordi non riguarderà mai i lavoratori, ma solo e esclusivamente le organizzazioni sindacali».

Interpretazione in aperto contrasto con quella data dalla Fiom, che ha detto di voler distribuire il testo degli accordi ai lavoratori affinché valutino le conseguenze di quella condizione che a suo avviso equipara la Sevel a Pomigliano e Mirafiori. Ma dalla Fim parte anche un appello ai colleghi della Fiom. «Crediamo che nella nostra provincia», riprende Bologna, «questo accordo non avrebbe prodotto divisioni e che la Fiom debba lavorare con noi per far crescere la Sevel, privilegiando la situazione locale alle questioni nazionali. In altre aziende abbiamo affrontato problemi più spinosi senza mai dividerci. A Melfi, abbiamo apprezzato la posizione della Rsu Fiom che ha firmato l'accordo Ergo-Uas dicendo al segretario nazionale Landini che era giusto farlo». (cr.re.)

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