«Società pubblica per i dipendenti»

Proposta della Uil: la Regione reinvesta gli 80 milioni revocati ad Angelini.

PESCARA. «Per i dipendenti del Gruppo Villa Pini abbiamo studiato una soluzione in tre fasi: superare l’emergenza, concessione della cassa integrazione, e la creazione di una di una società a totale partecipazione pubblica alla quale verrà conferito parte del budget assegnato al gruppo Villa Pini per riassumere la totalità dei lavoratori».
A spiegare il progetto della Uil per ridare una «prospettiva» ai 1600 lavoratori del gruppo Villa Pini senza stipendio da 9 mesi, è Fabio Frullo, segretario regionale della Uil-funzione pubblica.

«La vertenza Villa Pini ha bisogno di proposte serie e perseguibili. L’intervento della Regione è indispensabile, ma l’inserimento dei lavoratori nel pubblico passa solo ed esclusivamente attraverso concorsi che non possono assolutamente essere, per loro stessa definizione, riservate a categorie specifiche», spiega Frullo, «a questo si aggiunge il fatto che l’inserimento nel comparto pubblico come proposto dal senatore Ignazio Marino riguarderebbe solo il personale dei San Stefar ma vedrebbe escluso tutto il restante. Bisogna che la soluzione sia tale anche per i dipendenti che prestavano la loro opera nelle varie strutture del gruppo con figure specifiche che non sarebbero assolutamente riassorbibili nel pubblico come amministrativi, professionisti con contratti di prestazione, lavoratori di cooperative.

A questi vanno aggiunti inoltre i lavoratori dell’indotto, che nella provincia di Chieti sono un numero importante».
Da questi problemi la Uil-Funzione pubblica riparte con una nuova strategia.
«Dobbiamo uscire dalla fase dell’emergenza con gli ammortizzatori sociali in deroga per tutti i lavoratori del gruppo», prosegue Frullo, «la Regione si è già detta disponibile a questa ipotesi».
La seconda tappa della strategia della Uil è legata alle iniziative della Regione in merito alla revoca dell’accreditamento per il gruppo Villa Pini.

«Il lasso di tempo», prosegue ils egretario della Uil-Funzione pubblica, «tra la sospensione e la revoca dovrà servire, nella nostra proposta, per la costituzione della società con capitale pubblico alla quale la Regione conferirà gli 80 milioni di euro che rappresentavano il budget della struttura Villa Pini. Una società la cui natura giuridica è ancorata alle disposizioni del diritto civile e che consentirebbe, assunzioni dirette senza l’obbligo del reclutamento pubblico.

La stessa società assumerà i dipendenti, che verranno trasferiti nelle Asl attraverso “l’istituto del comando”, fino al compimento di un eventuale nuovo assetto privato in grado di riassorbire la totalità dei dipendenti. Questo passaggio permetterà a “prestare” unità lavorative alle Asl o ai nuovi privati fino all’accreditamento definitivo di un nuovo privato che avrà l’obbligo di riassorbire la totalità dei lavoratori».