ABRUZZO

Sono 1.500 le famiglie che preferiscono far studiare i figli a casa

Istruzione parentale e famigliare, l'avvocato pescarese Olivieri assiste i genitori che non scelgono la scuola pubblica

PESCARA. Sono circa 1.500 le famiglie che in Abruzzo hanno scelto nell'ultimo anno per i figli l'istruzione parentale, strumento previsto dalla Costituzione, preferendola alla scuola pubblica per svariati motivi: bullismo, qualità dei docenti ritenuta scarsa o forme di disabilità che non consentono una regolare frequenza.

In Italia sono circa 50mila le famiglie che hanno scelto questa opzione. Nel Nord Italia si moltiplicano le cosiddette "scuoline", gruppi di studio tenuti da insegnanti privati o genitori laureati. Un contesto nel quale entra in scena anche l'istruzione famigliare che prevede la possibilità di sostenere un solo esame a fine ciclo, mentre con la parentale è obbligatorio un esame all'anno e comunque l'iscrizione formale a una scuola pubblica.

Scelte che in alcuni casi si sono scontrate con tentativi delle istituzioni di ostacolare le procedure di autorizzazione e sono finite nelle aule di Tribunale. Le famiglie interessate, costituitesi in associazione, si sono rivolte all'avvocato pescarese Anna Olivieri che si è vista respingere alcuni ricorsi al Tar, ma conta di spuntarla al Consiglio di Stato.

"La Costituzione parla di obbligo d'istruzione e non di iscrizione alla scuola pubblica" spiega l'avvocato, alle prese anche con il Tribunale dei Minori dell'Aquila che, in un caso, ha disposto addirittura l'allontanamento di una ragazzina disabile alla quale i genitori stanno comunque garantendo l'istruzione senza evadere l'obbligo scolastico: "Sono già stati assolti dal Tribunale di Pescara - dice Olivieri all'Ansa - ma il Tribunale dei Minori non cede, disponendo che la ragazzina venga strappata all'affetto dei suoi genitori".