Sottanelli: "E adesso aspettiamo risarcimenti straordinari per tutti"

Prosegue il contributo della classe politica abruzzese dopo l'editoriale del direttore Primo Di Nicola sui disservizi legati all'ondata maltempo e sui fatti di Rigopiano. Ecco l'intervento del deputato di Scelta Civica Giulio Sottanelli

"L'ora delle responsabilità. Perchè il disastro non si ripeta". Con questo editoriale il direttore del Centro Primo Di Nicola ha invitato la classe dirigente abruzzese ad una riflessione sui disservizi legati all'ondata di maltempo e sui fatti di Rigopiano. Ecco un altro intervento.

Caro Direttore, raccolgo con favore la sua proposta di dibattito sulle responsabilità e sulle conseguenze dell'emergenza che ha travolto l'Abruzzo.

E lo faccio dopo aver avuto modo di riflettere su quanto visto e toccato con mano in quei giorni, confrontandomi con chi era in prima linea, cioè Prefetture, Regione, Provincia, sindaci e amministratori, Protezione civile, Anas, soccorritori e volontari. Sicuramente l’allerta meteo era stata sottostimata e l’entità e le caratteristiche della nevicata hanno colto molti di sorpresa. Questo ha contribuito a creare sin dal primo momento una mancata percezione della gravità di ciò che stava accadendo e di quali fossero le zone più colpite, come la provincia di Teramo e le sue aree interne, soprattutto dopo la terribile tragedia di Rigopiano che ha focalizzato l’attenzione dei mezzi di comunicazione. Il ritorno delle forti scosse di terremoto si è aggiunto a questo scenario di crisi aggravando l’emergenza e rendendo il coordinamento dei soccorsi ancora più complesso (pensiamo ad esempio alle forze dell’esercito che stavano arrivando proprio in quelle ore in provincia di Teramo e sono state deviate verso altre aree). Ma cosa non ha funzionato? Sicuramente il coordinamento degli sforzi e l’ottimizzazione dei mezzi e degli strumenti a disposizione poteva, (e doveva) essere migliore, e la catena di comando troppo spesso è stata poco allineata. In prima linea, alla fine delle catena di comando, si sono ritrovati troppo spesso solo i sindaci, gli amministratori e i presidenti delle province, questi ultimi con pochi fondi e con un ente ormai smembrato e completamente da ripensare. Porto un esempio su tutti di questa catena di comando spezzata e inefficace. Chi ha coordinato a livello nazionale la Protezione civile, ad esempio, aveva chiaro il quadro di dove fossero allocate le turbine disponibili - anche nelle altre Regioni, o le tante in possesso della società Autostrade - e a chi andassero richieste? Quante turbine sono rimaste ferme perché nessuno ha saputo mobilitarle? E poi c’è stato il penoso black out che ha isolato e messo in ginocchio mezza Regione, e per il quale ci aspettiamo risarcimenti straordinari a enti, imprese e cittadini. Le responsabilità a Enel e Terna le ho chieste in Parlamento con una mia recente interrogazione che ha portato alla luce i pochi e sicuramente insufficienti investimenti. Come quelli di Terna, ad esempio, che nel 2015 prometteva 1 miliardo e ora scopriamo che ha investito finora solo 200 milioni di euro in Abruzzo. O quelli di Enel, che nel piano strategico 2017-2019 taglia gli investimenti in manutenzione del 7%. A chi gestisce un servizio e una rete così strategica come quella elettrica non si possono fare sconti. Spero, infine, che il decreto del governo, del quale aspettiamo la versione definitiva, debba essere migliorato e dare segnali piu concreti al popolo abruzzese, così gravemente ferito. Sarà la mia battaglia delle prossime settimane. Penso ad esempio all’allargamento del cratere e all’inserimento di Comuni - come Pizzoli, Colledara e Isola del Gran Sasso, ma potrei citarne molti altri che hanno subito nuovi danni dalle scosse del 18 gennaio: se è vero che i danni alle abitazioni verranno comunque risarciti dimostrando il principio di causa-effetto, è ancor più vero che questi Comuni, anche a livello amministrativo e finanziario, non possono essere lasciati soli e ingiustamente esclusi, pur essendo stati colpiti come e più di altri.

*Deputato di Scelta civica