«Storia dell'Abruzzo in età giolittiana»

Il libro di Romano Canosa pubblicato per le edizioni Menabò

«Storia dell'Abruzzo in età giolittiana, come gli altri volumi della serie che Romano Canosa ha voluto dedicare alla storia dell'Abruzzo», scrive Maria Concetta Nicolai nell'ultimo numero della rivista D'Abruzzo, «è il frutto di un imponente lavoro di ricerca condotto con un metodo di rigoroso approccio alle fonti d'archivio. In questo testo lo storico affronta tutti gli aspetti che hanno caratterizzato i primi anni del Novecento: dagli scontri politico-sociali alla situazione economica, dalla gestione dell'ordine pubblico all'accresciuta emigrazione, dalla comparsa delle prime strutture ferroviarie alla "Settimana Rossa", dall'entrata in guerra al terremoto della Marsica, dalla grande epidemia di febbre spagnola agli anni dell'immediato dopoguerra.

Il libro completa la serie dei quindici volumi che esplorano la vita della popolazione abruzzese dagli anni degli stati Farnesiani di Margherita d'Austria al secondo dopoguerra che vede il passaggio dell'Abruzzo da territorio agricolo, impovento dalla mezzadria e dalla emigrazione, a regione industrializzata e predisposta al turismo. Passando attraverso l'età spagnola, l'età borbonica, il periodo francese, la restaurazione e gli anni preunitari, con uno sguardo attento anche ai fenomeni di complessa definizione storica come i processi alle streghe, la transumanza e il brigantaggio (a ognuno dei quali è stato dedicato un intero volume) la collana offre un ricco affresco della storia moderna e contemporanea dell'Abruzzo, proponendola in un taglio originale e finora poco praticato.

Privilegiando la ricerca presso gli archivi nazionali e spagnoli, Romano Canosa raccoglie documenti spesso inediti e su di essi costruisce una puntuale analisi dei fatti, offrendo in tal modo al lettore le coordinate per una visione d'insieme di un territorio e di una società troppo spesso, e a torto, considerati marginali rispetto ai grandi eventi che hanno condizionato la storia italiana ed europea.

Nei quindici volumi di ampio respiro, proposti in una prosa scorrevole ed elegante che poco concede all'interpretazione soggettiva dello storico, i fatti politici, economici e sociali dell'Abruzzo si relazionano con l'universo dei grandi eventi protagonisti della letteratura storiografica, attraverso una preziosissima documentazione sottratta all'oblio a cui l'aveva confinata l'impraticabilità di molti archivi. A questi volumi se ne aggiunge un altro di taglio più antropologico: "Il giudice che scriveva lettere d'amore", scritto, come Storia di Ortona in età farnesiana, il più richiesto "Streghe, maghi e sortileghi in Abruzzo tra Cinquecento e Seicento" e l'intrigante "Vita quotidiana nell'Abruzzo di antico regime" in collaborazione con Isabella Colonnello».