Tagli obbligatori alla sanità e stop alle assunzioni, la Regione richiama le Asl

24 Settembre 2025

Marsilio ordina ai manager di ridurre i costi per tre anni: 7 giorni per fornire i piani. «La responsabilità dei conti è delle aziende sanitarie». Il Pd: «Pazienti penalizzati»

PESCARA. È lungo 65 pagine un documento riservato, denso di «obiettivi finanziari» e «indirizzi generali», approvato dall’amministrazione Marsilio e mandato ai vertici delle 4 Asl abruzzesi. Si chiama “indirizzi per la programmazione triennale 2026-2028” e contiene le linee guida da rispettare per risanare i conti della sanità abruzzese. Più che suggerimenti da tenere a mente, si tratta di doveri inevitabili: il documento fa capire che, adesso, è ridotto il margine di manovra lasciato alle Asl di Pescara, Chieti, L’Aquila e Teramo. Il centrodestra di governo «raccomanda la predisposizione degli strumenti di programmazione 2026-2028 nel rispetto del budget e delle indicazioni riportate, prevedendo tutti gli interventi e le azioni necessarie per assicurare l’adeguato funzionamento delle strutture e l’erogazione dei Lea (Livelli essenziali di assistenza)». Entro il 30 settembre, appena 7 giorni di tempo, i direttori generali Asl Vero Michitelli di Pescara, Mauro Palmieri di Chieti, Paolo Costanzi dell’Aquila e Maurizio Di Giosia di Teramo hanno l’obbligo di consegnare il loro piano d’azione per tagliare le spese degli ospedali e garantire le cure ai pazienti nei prossimi tre anni.

Il primo obiettivo dettato è contenere i costi e la politica mette le Asl con le spalle al muro: «Compete a ciascuna Asl procedere a una completa e puntuale ricognizione di tutti i costi, strutturali e variabili nonché di quelli straordinari potenzialmente emergenti negli esercizi 2026 e successivi, sulla base delle azioni aziendali e giuridiche in corso, assumendosi la piena responsabilità della loro corretta determinazione». In un altro passaggio del documento, il vertice apicale della Regione ricorda alle Asl che, «sulla base delle conoscenze disponibili», la politica può segnalare «minori costi rilevati e chiederne l’adeguamento» ma «tale segnalazione non costituisce in alcun modo esimente di responsabilità per le aziende». Significa che se i conti della sanità non sono in ordine, la responsabilità è delle Asl. Così dice la politica: «L’eventuale mancato rilievo di minori costi da parte della Regione non può in alcun modo configurare acquiescenza della stessa».

Le linee guida – una necessità per coprire il deficit che per il 2024 vale 113 milioni di euro e per il 2025 almeno 92 milioni secondo l’ultima stima dell’assessore regionale alla Salute Nicoletta Verì – confermano l’«indirizzo vincolante a tutte le Asl» di tagliare il 2% della spesa sanitaria nel 2025 e si fondano sul Programma operativo approvato il 9 luglio scorso «in coerenza con gli obiettivi di sostenibilità e riorientamento dell’offerta sanitaria territoriale».

Sui soldi disponibili per gli ospedali d’Abruzzo, la delibera approvata dalla giunta Marsilio non può fissare ancora una certezza: «Ad oggi non risulta ancora definito, a livello nazionale, il riparto delle risorse del Fondo sanitario nazionale in favore delle Regioni per le annualità di riferimento». Il presidente Marco Marsilio di FdI vorrebbe cambiare le regole della distribuzione dei contributi, per portare più soldi alle Regioni con i piccoli comuni arroccati sulle montagne, proprio come l’Abruzzo, ma finora la trattativa a Roma è finita in un vicolo cieco: di come dividere la torta se ne riparlerà, in commissione Salute della Conferenza delle Regioni, il prossimo 2 ottobre. Se si replicasse la divisione del 2024, la Asl di Pescara avrebbe 662.677.639 euro, la Asl di Chieti 788.635.670, la Asl dell’Aquila 622.438.192 e la Asl di Teramo 630.344.246 mentre il Gsa 98.272.070. Ma i valori, aggiunge il documento, «sono da considerarsi provvisori».

«Il messaggio più forte è l’imposizione di una disciplina di bilancio senza precedenti per risanare i conti», questo il commento del capogruppo Pd Silvio Paolucci che elenca i tagli in arrivo: «A tutte le Asl viene imposta una riduzione dei costi per beni e servizi non inferiore al 2% rispetto ai valori del 2024: è una misura di contenimento drastica e generalizzata. È previsto uno stop alla spesa per il personale che viene congelata ai livelli del 2024: questo implica un fortissimo freno alle nuove assunzioni, se non per sostituire il turnover indispensabile. C’è poi», continua Paolucci, «un limite agli investimenti: viene fissato un tetto massimo di 10 milioni di euro per gli investimenti finanziabili tramite il budget ordinario e questo limita la capacità delle Asl di rispondere a esigenze urgenti e non programmate di ammodernamento tecnologico o strutturale. Una stretta così severa», dice il consigliere Dem, «rischia di impattare negativamente anche sui risultati Lea. Alle Asl viene richiesto di implementare una trasformazione epocale sotto strettissimi vincoli di bilancio, creando un potenziale conflitto tra gli obiettivi di riforma e le risorse disponibili».

Sul deficit della sanità e sull’importo contestato, Paolucci dice: «Altro che deficit in calo: i numeri parlano di costi operativi in aumento per tutte le aziende sanitarie e di obiettivi falliti. Siamo davanti all’ennesima prova della distanza tra la propaganda del centrodestra e la realtà dei conti della sanità abruzzese. A pagarne il prezzo, purtroppo, sono cittadini e lavoratori del sistema sanitario regionale e lo stesso bilancio pesantemente segnato dal fallimento della destra, certificato a tutti i livelli».

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