il fatto

Taglio dei vitalizi: politici abruzzesi tutti contrari alla proposta-Boeri

Non piace l’idea del presidente Inps: «Ma lui che ne sa? Noi i contributi li abbiamo versati». Sara Marcozzi del Movimento 5 stelle: noi non vogliamo il doppio vitalizio, ma le nostre proposte sono state bocciate

PESCARA. Il presidente dell'Inps, Tito Boeri, ascoltato l'altro ieri alla Camera dei deputati sui progetti di riforma dei vitalizi, ha sostenuto che per risanare le casse dell'istituto previdenziale occorrerebbe anche una sforbiciata per le pensioni percepite dagli ex parlamentari e consiglieri regionali. Pronta la levata di scudi che, dopo quella della Camera dei deputati, arriva anche da ex deputati e consiglieri regionali. A Boeri - che giovedì scorso aveva sottolineato che i 2600 vitalizi erogati ad ex deputati e senatori costeranno 193 milioni di euro nell'anno in corso e che se i vitalizi fossero calcolati tutti con i criteri in vigore per gli altri lavoratori (col sistema contributivo), ci sarebbe un risparmio di 76 milioni di euro all'anno, ovvero del 40% circa - replica, tra gli altri, l'ex deputato del Psi, Piero D'Andreamatteo. «Ma Boeri che ne sa?», sbotta l'ex esponente del garofano, che, oltre ad essere stato deputato per due anni, dal 1992 al 1994, è stato anche consigliere regionale dal 1980 al 1991, assessore regionale sotto le giunte di Mattucci e Salini, e segretario, per tre anni (dal 1977 al 1980), del Psi pescarese. «Boeri», rimarca D'Andreamatteo, «deve limitarsi a fare il suo mestiere, che è quello di presidente dell'Inps». Insomma, nessuno sconfinamento: è questo l'invito di D'Andrematteo, al noto economista della Bocconi. Una replica, quella di D'Andreamatteo - che oltre ai 2050 euro netti mensili, come vitalizio parlamentare, percepisce altri 1500 euro al mese per gli undici anni passati in consiglio regionale - identica a quella espressa dalla Camera giovedì scorso. Ovvero, che «i nostri vitalizi sono pagati dalla Camera». Le casse dell'Inps, dunque, nel caso, non c'entrano nulla, ha voluto sottolineare D'Andreamatteo, oggi settantaduenne, il quale gode del vitalizio da 12 anni, dopo aver «versato il corrispettivo dei contributi relativi ai tre anni che mancavano alla fine della legislatura». La proposta di Boeri, il quale ha aggiunto che il sistema contributivo andrebbe applicato anche ai vitalizi dei consiglieri regionali, con un risparmio di 200 milioni all'anno, non è andata giù neanche ad un altro veterano della politica abruzzese. «A me, tutto questo non interessa», attacca subito Gaetano Novello, dal 1975 al 1995 consigliere regionale della Dc (e del Ppi), oltre ad essere stato vice sindaco a Pescara ai tempi della giunta di Giustino Di Cicco, e successivamente primo cittadino, per poco meno di un anno, negli anni '70. «E sa perché non mi interessa? Perché io ho versato più di quanto percepisco», evidenzia Novello, titolare di un vitalizio dal 1996, il quale ora percepisce 60mila euro all'anno, «di cui 28 mila se vanno in tasse. Il vero scandalo», tuona l'ex sindaco, «sono le pensioni dei dirigenti della Camera, che arrivano a 100mila euro all'anno, e non sono paragonabili a quelle di un impiegato». Poi Novello si appella anche ad una maggiore considerazione dell'attività politica. «Quanto dovrebbe valere», si chiede, «l'aver fatto realizzare, per esempio, una circonvallazione, un depuratore e un asse attrezzato?», riferendosi ad alcune opere pescaresi degli anni '70. Il M5S, intanto, unico partito che non ha mai voluto il doppio vitalizio ha presentato una proposta di legge per cambiare la Costituzione e cancellare il diritto acquisito al doppio vitalizio, ma naturalmente gli altri partiti hanno bocciato anche questa legge. Dice la consigliera regionale pentastellata Sara Marcozzi: «In Parlamento il M5S ha presentato una prima proposta di legge per abolirle i vitalizi, ma è stata bocciata per i voti contrari dei senatori e deputati di tutto l'arco parlamentare (tutti, ovviamente tranne il M5S). La motivazione? Sono diritti acquisti e costituzionalmente garantiti. E allora, visto l'alibi dei "diritti acquisiti costituzionalmente garantiti", il M5S ha presentato una proposta, a prima firma Luigi Di Maio, per cambiare la Costituzione, ma bocciata anche quella.
A livello regionale, abbiamo depositato a febbraio una proposta di legge di cui sono la prima firmataria per abolire i doppi vitalizi (e non come erroneamente riportato dall'articolo "annunciato"). Ribadiamo quindi con fermezza che a differenza di TUTTI i partiti politici il M5S è favorevole al taglio dei vitalizi, e non solo di quelli: gli atti depositati, in nostri interventi ed il lavoro che portiamo avanti sin dai primi mesi ne sono una prova inconfutabile».