Telefonate moleste e truffe: il lato oscuro dei call center e il riciclaggio in criptovalute

L’inchiesta di “31 minuti” stasera su Rete8. Cosa c’è dietro le chiamate a raffica per cambiare i gestori di luce, gas e cellulari. L’ultima stretta dell’Antitrust: multe per 500mila euro a sei agenzie fuorilegge
PESCARA. Sul telefono che stringiamo tra le mani tutti i giorni, arrivano centinaia di chiamate che oscillano tra fastidi e reati. Dietro queste telefonate ci sono i call center, quelli legali che ci vendono servizi e promettono sconti e anche quelli illegali che per professione mettono a segno truffe e raggiri, con l’obiettivo di fare sempre più soldi da reinvestire in altre attività criminali. Si chiama “Telefono truffa” un’altra puntata di “31 minuti”, il settimanale di approfondimento giornalistico di Rete8 in collaborazione con il Centro che va in onda questa sera alle ore 22.30 (regia di Danilo Cinquino, ottimizzazione Antonio D’Ottavio, riprese e montaggio Giuliano Vernaschi).
IL CONFINE LABILE
È sempre più labile il confine tra le vendite aggressive e i reati di truffa. Lo sanno bene i protagonisti della puntata, in prima linea per difendere i cittadini: Ciriaca Di Prospero, responsabile dell’associazione Codici, Gianluca De Donato, dirigente della polizia postale abruzzese, Giuseppe Florio, tenente della guardia di finanza di Pescara. A raccontare una esperienza poco piacevole anche i politici. È accaduto di recente a Francavilla quando l’attuale sindaco Luisa Russo e l’ex primo cittadino Antonio Luciani sono finiti della trappola degli hacker che hanno clonato i loro profili social e chiesto soldi per il “riscatto”.
PAROLE, PAROLE, PAROLE
Truffe, inganni, raggiri: si parte con una telefonata e si può arrivare fino alle criptovalute. Storie di tutti i giorni che, dai call center, ruotano intorno alle parole. È proprio attraverso il linguaggio che i truffatori studiano il tono più giusto, scelgono le frasi più rassicuranti e i termini tecnici che sembrano credibili per costruire una fiducia soltanto apparente. «Gli agganci possono avvenire via Sms sfruttando debolezza, paura o senso del dovere dei destinatari», ricorda De Donato, «un esempio è una transazione indebita della nostra banca. Ma la fantasia dei truffatori è molta particolare: ci sono falsi messaggi che arrivano anche dalla Asl».
SEI AGENZIE MULTATE
Nei giorni scorsi, sei agenzie di teleselling, cioè i call center che per telefono vendono contratti di tutti i tipi, a partire dall'energia, come luce e gas, sono finiti nel mirino dell'Antitrust che ha comminato multe per 500mila euro. Secondo l'indagine della Agcm, l’attività di queste sei società andava ben oltre le pratiche commerciali scorrette. L’Antitrust, guidata dal presidente Roberto Rustichelli, ha accertato che queste società, quasi tutte con base a Napoli e nel circondario, contattavano i consumatori per proporre l’attivazione di contratti di energia e telefonia, ma lo facevano sulla base di informazioni ingannevoli. Nel settore dell’energia l’Antitrust ha scoperto che gli operatori dei call center si presentavano come dipendenti di Autorità di regolazione e controllo oppure di un “centro assistenza bollette” e informavano i consumatori che ci sarebbero stati presto degli di aumenti o inventavano presunte anomalie nel servizio. Tutto per indurre i cittadini a stipulare un nuovo contratto di fornitura. Per il settore delle telecomunicazioni, gli addetti dei call center dicevano di lavorare per l’ufficio tecnico o amministrativo dell’attuale fornitore e prospettavano, falsamente, imminenti disservizi o la scadenza della tariffa relativa al contratto in corso e l’applicazione di rincari. E allora gli addetti spiegavano che potevano evitare tutto questo, attivando una nuova offerta con un diverso operatore a condizioni particolarmente favorevoli. Un’offerta che però avevano un problema: quelle condizioni erano false. Secondo l’Antitrust, questa condotta ha inciso sulla libertà dei consumatori di scegliere in modo consapevole e sono scattate le multe.
CITTADINI RAGGIRATI
Ma questi episodi sono all’ordine del giorno. E nella sede di Codici i racconti si susseguono. «Una signora si è ritrovata con un cambio di gestore senza che lei avesse mai firmato un contratto», racconta Di Prospero, «o un utente che si è trovato con un gestore che non conosceva e, tramite conciliazione, abbiamo scoperto che la sua voce, con la registrazione, era stata persino trasformata in quella di una donna».
IN PRIMA LINEA
Truffe con le criptovalute. Anche su questo lavorano gli uomini delle forze dell’ordine. Con il mondo che cambia e il digitale che incombe, le truffe cambiano: succede con le criptovalute e il trading online, dove promesse di guadagni facili, rendimenti garantiti e occasioni irripetibili diventano l’esca perfetta. «Le criptovalute sono una moneta virtuale», spiega il tenente Florio, «oggi rappresenta una grande opportunità per rinvestire i capitali di provenienza illecita, ovvero fenomeni di reato di riciclaggio oggi usati dai truffatori per ingannare le vittime».

