Terremoto, dopo il dolore in cielo volano i palloncini dei bambiniBertolaso: Ricostruzione in otto anni

Ma il sindaco Cialente lamenta: I soldi arrivano con il contagocce

Berlusconi in un’intervista esclusiva al Centro: “I soldi per la ricostruzione ci sono ma niente sprechi”

Dopo il dolore della notte appena trascorsa, quella del primo anniversario del terremoto che il sei aprile di un anno fa ha sconvolto L'Aquila, sono stati i bambini a tentare di colorare il secondo dei due giorni di lutto cittadino, facendo volare in cielo tantissimi palloncini colorati.

Alle 15:32 al parco del Sole, davanti alla basilica di Collemaggio i bambini aquilani hanno liberato i palloncini con dentro i bigliettini su cui hanno scritto i loro desideri. L'iniziativa è stata di una signora, Francesca Luzzi, che ha voluto organizzare questo momento dedicato ai bambini perchè - ha spiegato - nessuno aveva pensato a un momento dedicato ai piccoli, in cui potessero commemorare la tragedia in un modo quasi allegro.

La signora, che abitava a San Pietro in una casa che deve essere abbattuta e al momento vive in una casetta provvisoria a Sassa, ha comprato da sè la bombola di elio, i fili e i palloncini, e già dall'una era sul prato a gonfiarli. Uno dei suoi due figli sul suo bigliettino ha scritto che vuole tornare a casa.

La giornata

Uffici pubblici a mezzo servizio, negozi, bar e ristoranti in larga parte con le serrande abbassate, pellegrinaggi nei luoghi simbolo della tragedia, su tutti la casa dello studente. La seconda giornata di lutto per il terremoto è stata scandita dagli appuntamenti di commemorazione. Sono stati molti i cittadini che hanno cercato momenti di spiritualità nelle chiese riaperte. A Collemaggio c'è stato un autentico pellegrinaggio di fedeli. I momenti più seguiti sono stati la deposizione di una corona davanti alla casa dello studente da parte dei quattro presidenti delle province abruzzesi, al termine di una breve celebrazione. Ad Onna la presentazione della pubblicazione “L'asilo di Onna nel progetto di Giulia Carnevale” in ricordo della giovane studentessa di Ingegneria originaria di Sora, scomparsa il 6 aprile nel crollo del condominio di via XX Settembre 79.

Bertolaso: L'Aquila può rinascere in otto anni.

Cialente: ma i soldi arrivano col contagocce

Guido Bertolaso chiude definitivamente e anche simbolicamente la prima fase dell'emergenza e rilancia quella che è la "vera sfida" di una tragedia che ha segnato l'intero paese: la ricostruzione. Una fase che non vedrà impegnata la Protezione Civile. "Noi non abbandoneremo l'Abruzzo - ripete - ma il nostro compito sarà quello di essere da stimolo a chi dovrà impegnarsi al massimo per far sì che l'Aquila possa rinascere". Nel corso del comitato operativo convocato nella caserma della Guardia di Finanza di Coppito, con il Commissario Gianni Chiodi e il sindaco della città Massimo Cialente, Bertolaso sottolinea che riconsegnare l'Aquila agli aquilani in una decina d'anni è una scommessa che si può vincere, ma si può fare anche di meglio se da qui in avanti si continuerà a lavorare come si è fatto finora. Sette, otto anni al massimo. Quel che è certo è che "anche se è cambiato il timoniere, la rotta e la barca sono le stesse. All'Aquila vince o perde l'Italia tutta insieme, nessuno può sottrarsi alle proprie responsabilità".

Anche oggi però il sindaco Cialente ha sottolineato che i soldi dal governo "arrivano con il contagocce". Come si farà dunque a ripartire se i fondi non ci sono? "I soldi sono un alibi per nascondere le proprie difficoltà e i propri ritardi - risponde Bertolaso - Dunque l'unica verità è che chi ha le responsabilità se le assuma e si rimbocchi le maniche". Piuttosto, "quello che è importante è spenderli bene e con trasparenza".

Ma nel giorno dell'anniversario del terremoto, al capo della Protezione Civile preme anche difendere l'intero sistema di Protezione Civile che ha lavorato all'Aquila e che anche ieri sera durante il consiglio comunale qualcuno ha attaccato. "I fischi di ieri - dice - dimostrano che la minoranza ha avuto il sopravvento sulla maggioranza silenziosa, che invece ha apprezzato e apprezza il nostro lavoro". La verità è che qui si è fatto un lavoro straordinario e incredibile e questo è sotto gli occhi di tutti. Se poi si vuole contestare che lo si faccia pure, è la democrazia. Io constato che la maggioranza silenziosa degli aquilani in questi dieci mesi non ha mai fischiato e non fischia neanche oggi".

La notte del dolore

Quella appena trascorsa, nel primo anniversario del terremoto, è stata una notte di dolore e ricordo. Poco dopo le tre in un silenzio irreale una voce femminile ha letto i nomi delle 308 vittime in una piazza Duomo gremita e illuminata dalla luce delle 25mila fiaccole arrivate fin lì in corteo. Poi, la messa nella basilica di Collemaggio con la lettura del telegramma del Papa.

In serata proteste e fischi durante il consiglio comunale straordinario. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel suo messaggio ha ringraziato tutte le forze di soccorso e ha sottolineato come la Protezione civile sia chiamata "a fronteggiare le calamità naturali e ad esse deve dedicarsi, senza perdersi in altre direzioni".