Landini a Pescara: «I morti sul lavoro sono una strage, non un’emergenza»

Il segretario nazionale della Cgil, Maurizio Landini, a Pescara per i referendum, ha parlato delle morti sul lavoro: “Anzichè investire si continua a far morire le persone”
PESCARA. "Siamo di fronte a una strage, non a un'emergenza. Siamo di fronte a una vera e propria strage. La logica è sempre quella: si continua a morire perché la salute e la sicurezza sono considerate un costo e, anziché investire, si continua a far morire le persone". Così il segretario della Cgil, Maurizio Landini, arrivando a Pescara per un evento sui referendum dell'8 e 9 giugno prossimi, commenta gli ultimi incidenti mortali sul lavoro. "Di nuovo la solita logica - ha detto Landini parlando con i cronisti - conta il profitto, al centro c'è il profitto, non la persona e la persona diventa una macchina, una merce che può essere comprata e venduta, un prezzo da pagare a questo modello. Quindi, è chiaro che è il modello di fare impresa, di far mercato che va cambiato. Al centro - conclude il segretario Cgil - deve tornare la persona e serve fare tutta una serie di provvedimenti e di misure che non si stanno prendendo".
E nelle ultime ore si contano altre due vittime in Italia, per la precisione nella provincia di Milano. Un muratore di 24 anni precipita e muore in cantiere. Nell’altro incidente, invece, un uomo di 60 anni è stato accidentalmente investito da una motrice nel piazzale dell’azienda, subito dopo aver terminato lo scarico della merce.
REFERENDUM
“Io credo che questo sia un grave errore politico e sia anche un elemento pericoloso sul piano proprio della tenuta democratica. Trovo davvero singolare che chi ha la responsabilità politica di rappresentarci tutti abbia paura di un voto e anziché dire quello che pensa rispetto ai quesiti, inviti semplicemente la gente a non andare a votare". Lo afferma il segretario della Cgil, Maurizio Landini, oggi a Pescara. "Ricordo che il presidente della Repubblica, in occasione del 25 aprile - ha aggiunto - ha ricordato a tutti che il voto e la partecipazione politica sono la base della nostra democrazia e della nostra libertà e ha chiesto a tutti di lavorare per contrastare l'astensionismo grandissimo che c'è e che è segno della crisi della nostra democrazia". "Noi abbiamo usato uno slogan per questa campagna, 'Il voto è la nostra rivolta' - ha proseguito - perché questo non è un voto per questo o quel partito, per questo o quel governo. Questo è un voto per ridare i diritti a chi non ce li ha, per cambiare il nostro Paese. Quindi invitare a non andare a votare cosa vuol dire? Che va bene la precarietà che c'è, che va bene morire sul lavoro, che va bene stare in queste condizioni? Io credo che sia un errore politico e credo che sia un elemento pericoloso, perché se la democrazia è partecipazione - ha concluso - l'astensione porta a un autoritarismo non accettabile".