L'area dove si è verificato il terremoto di sabato scorso

ABRUZZO

Terremoto nell'Adriatico, prosegue lo sciame sismico: secondo gli esperti potrebbe durare mesi

Dopo la scossa di magnitudo 5,2 di sabato scorso l'Ingv ha rilevato oltre 100 repliche in tre giorni

PESCARA. Lo sciame sismico in Adriatico prosegue e secondo gli esperti potrebbe durare per mesi. Dopo la forte scossa di magnitudo 5.2 dello scorso sabato (27 marzo) i sismografi lungo la costa italiana hanno registrato oltre 100 repliche in tre giorni.

La prima scossa è stata registrata a circa 90 chilometri dal promontorio pugliese del Gargano e dalle isole Tremiti e a circa 30 chilometri dall'isola croata di Lastovo. Poi, nei tre giorni successivi, risultano un centinaio di repliche e ben quattro scosse di magnitudo superiore a 4, l'ultima delle quali stamattina alle 9.35, debolmente percepita nella regione del Gargano. Lo spiega il sismologo Alessandro Amato, responsabile del Centro Allerta Tsunami (Cat) dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). "E' probabile che ci siano state più scosse di quelle rilevate, perché i sismometri si trovano lungo le coste ad almeno 60-70 chilometri di distanza dall'epicentro e ci permettono di localizzare in mare solo i terremoti di magnitudo superiore a 2.5", sottolinea l'esperto. In ogni caso l'attività sismica di questi giorni "rispecchia l'andamento previsto, con repliche in calo sia per quanto riguarda il numero che la magnitudo". La sequenza, però, non è ancora esaurita: secondo Amato "lo scenario più probabile è che il fenomeno continui anche nei prossimi mesi, ma con un'intensità decrescente. Questo però non esclude che ci possa essere una ripresa o che si possa attivare anche una faglia vicina".

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Al momento l'area interessata dalle repliche "si estende in mare per circa 15 chilometri e comprende un sistema di faglie note che in passato non è stato caratterizzato da un'elevata sismicità, anche se verso l'Albania e il Montenegro ha generato terremoti anche più forti di quello di sabato", sottolinea l'esperto. A causare le scosse sarebbe un "meccanismo di avvicinamento della placca balcanica verso quella adriatica, ovvero un meccanismo di compressione che è l'esatto opposto rispetto al meccanismo di estensione che si verifica lungo l'Appennino".