Tre Comuni in corsa per la sede del Parco

Vasto e Ortona si sono candidate, Fossacesia ha già i locali. La Provincia: ok alla Regione

PESCARA. L'operazione di mettere insieme i "cocci" sul Parco della costa teatina è quasi riuscita. A tre giorni dal termine della consegna della perimetrazione da parte della Regione al ministero dell'Ambiente mancano solo le ipotesi di Vasto (dovrebbe deliberare oggi) e di quei comuni (Rocca San Giovanni e San Vito Chietino di centrodestra, Torino di Sangro di centrosinistra) che, rifiutando l'adesione, si sono rimessi nelle mani di Roma. Ma c'è un altro caso che incombe.
Dopo che i Comuni si sono ridotti all'ultimo momento di decidere su un piano come quello sulla perimetrazione che avrebbe invece dovuto coinvolgere in maniera completa e approfondita tutte le parti interessate, adesso si contendono la sede del Parco che viene istituito per legge venerdì. A candidarsi sono già in tre, ma non è detto che alla fine spunti il quarto. Sono Vasto, Casalbordino e Ortona ad essersi fatti avanti per assumere il ruolo di "capitale del Parco", dimenticandosi però che nel passato la prima mossa l'aveva fatta Fossacesia quando, in comune c'era l'attuale presidente della Provincia di Chieti Enrico Di Giuseppantonio, che acquistò l'elegante ex ristorante dei Priori di fronte all'abbazia di San Giovanni in Venere destinandolo Centro turistico del Parco.
Essere la capitale di quella che si appresta a diventare la quarta riserva nazionale in Abruzzo vuole dire acquisire prestigio, gestire posti di lavoro e finanziamenti sia pure con un Cda rappresentativo di tutte le comunità. Chi più chi meno, tutti i Comuni che rientrano nel Parco hanno diritto a candidarsi sede del Parco anche perché non esistono criteri. Non a caso Fossacesia (amministrazione di centrosinistra), pur avendo fatto un investimento a monte, ha scelto di restare alla finestra lasciando Vasto (centrosinistra) e soprattutto Ortona (centrodestra) a scendere in piazza: Vasto perché avrà probabilmente la superficie più vasta coperta dai vincoli del Parco e Ortona, la cui amministrazione è in linea con quella regionale, perché costituirebbe la "porta a nord" della riserva.
I criteri per scegliere la nuova sede del Parco saranno stabiliti dal ministero al quale l'assessore regionale Mauro Febbo (Pdl) - nel ruolo di presidente del Tavolo di cooordinamento degli enti locali - sta per consegnare le indicazioni sulla perimetrazione. Il Comune con l'area più grande? La città con la popolazione più numerosa? Il Comune che ha una posizione centrale nel Parco oppure il centro abitato che fa da "ingresso" alla riserva? Il ministero si aspetta un'indicazione anche in questo da Febbo, altrimenti lascerà che a decidere sarà l'eventuale commissario che nominerà, come preannunciato, nel caso in cui riterrà comunque insufficienti e inadeguate le proposte che gli arriveranno dall'Abruzzo.
«Sarebbe anacronistico che le scelte sull'Abruzzo vengano prese da Roma», commenta Di Giuseppantonio spronato ad intervenire dal gruppo provinciale del Pd sulla perimetrazione, «il nostro progetto collima abbastanza con la risoluzione del consiglio regionale dal momento che essa comprende le aree della costa teatina già tutelate dalla legge 5 e che vengono unite dall'ex tracciato ferroviario». La presidente della Commissione urbanistica e ambiente della Provincia Carla Di Biase aggiunge che «i vincoli che un Parco comporta creerebbero solo degli ostacoli ad un comprensorio in cui sono radicate numerose attività». Non la pensano così a Frisa, uno dei due comuni che vogliono rientrare nel Parco (l'altro è Lanciano), dove domani si vota l'annessione.

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