LA POLEMICA

Tribunali soppressi I sindaci: il governo non rispetta la legge

AVEZZANO. «Il governo, con atto di cieca ed abnorme determinazione e nel disprezzo assoluto del dettato Costituzionale e della volontà parlamentare si è discostato dai principi di buona e giusta...

AVEZZANO. «Il governo, con atto di cieca ed abnorme determinazione e nel disprezzo assoluto del dettato Costituzionale e della volontà parlamentare si è discostato dai principi di buona e giusta amministrazione». Lo afferma il Consiglio degli ordini forensi d’Abruzzo, in un documento sulla decisione del governo, contenuta nel decreto sulla spending review, di sopprimere i tribunali di Lanciano, Vasto, Avezzano e Sulmona, e le sezioni distaccate di Ortona, Giulianova, Atri, San Valentino in Abruzzo Citeriore, Penne e Atessa, disponendo la contestuale assegnazione dei magistrati, del personale amministrativo e del personale di polizia giudiziaria ai tribunali dell’Aquila, di Chieti, Pescara e Teramo.

Gli avvocati abruzzesi sostengono che «il governo con l’adozione di tagli lineari ed immotivati, ha determinato una lacerazione ulteriore del tessuto sociale e democratico ed ha rinunciato all’esercizio di una funzione di garante del diritto insopprimibile di tutti i cittadini ad una giustizia di prossimità; il comportamento del Governo, per questi motivi, non può essere condiviso o soltanto tollerato».

Gli avvocati invitano, ancora una volta, i parlamentari, il presidente della Regione, Gianni Chiodi, i consiglieri regionali, i presidenti delle Province, i consiglieri provinciali, i sindaci, le forze politiche sociali e sindacali ad «assumere ogni iniziativa opportuna e necessaria affinché sia rispettata la volontà parlamentare ed il diritto dei territori ad una giustizia di prossimità, celere ed economica».

I sindaci di Avezzano, lanciano, Sulmona e Vasto si sono riuniti ieri ad Avezzano per decidere una linea d’azione comune, «per portare fino in fondo la battaglia contro un'ingiustizia inaccettabile».

«Le leggi del Parlamento italiano», dicono i sindaci Giovanni Di Pangrazio, Luciano Lapenna, Mario Pupillo ed Enea Di Ianni (vice sindaco di Fabio Federico), «vanno rispettate da tutti, in particolare dal governo che, in spregio alle indicazioni delle commissioni giustizia di Camera e Senato, ha adottato un provvedimento assurdo nei confronti di un popolo straziato dal terremoto che rischia di restare solo nella lotta contro la criminalità organizzata sempre più aggressiva».

I sindaci chiamano in campo anche il presidente Chiodi «affinché faccia sentire la sua voce e sostenga la battaglia in difesa dei presidi della legalità di 4 territori che rappresentano la metà dell'Abruzzo, una delle Regioni italiane più penalizzate dal riordino con 4 tribunali chiusi su 8».

«I margini per cancellare quell'evidente forzatura del ministro Severino», concludono i primi cittadini, «che mortifica il ruolo degli eletti del popolo e segue un modello sbagliato, quello delle interpretazioni delle leggi in base ai propri voleri e non al diritto, ci sono».

©RIPRODUZIONE RISERVATA