Tutor in Abruzzo, ecco l’occhio elettronico da 5mila multe l’anno

Calcola la velocità media dei veicoli in autostrada. Non sbaglia e non fa sconti. Nascondere la targa non serve. Unico rimedio: alzare il piede dall’acceleratore

L’AQUILA. In piena coerenza con lo slogan politico “Abruzzo veloce”, con cui ha inaugurato il suo mandato in Regione, il governatore Luciano D’Alfonso ha sperimentato più volte l’efficienza dei controlli automatici sulle strade d’Abruzzo. Memorabile la maxi-multa da 1.405 euro rimediata l’estate scorsa sull’A25, per un passaggio rilevato dal tutor a ridosso di Avezzano. Una sanzione bissata pochi giorni dopo sempre sulla Pescara-Roma, in un tratto, quello marsicano, che si conferma bestia nera per politici e uomini di affari che hanno fretta di andare e tornare dalla capitale. La multa, per chi preme troppo sull’acceleratore, è sempre in agguato. Specie d’estate, quando i controlli sulla velocità vengono intensificati dalla polizia.

I CONTROLLI. In autostrada, il sistema tutor, che calcola la velocità media percorsa in un determinato tratto d’asfalto, è quello più diffuso. Ma occhio agli autovelox fissi e mobili presenti anche sulle strade statali, provinciali e comunali. La Polizia, ogni lunedì sul proprio sito (www.poliziadistato.it), mette a disposizione i punti interessati dai controlli e riguardanti l’intera settimana. In questi giorni, in Abruzzo, la Stradale prevede alcune postazioni nel Teatino sulla Ss16 Adriatica, sulla Ss 650 Fondo Valle Tringo e sulla Ss 652 Fondo Valle Sangro.

TUTOR. Parliamo di un sistema automatico di lettura della targa, che solitamente viene collocato sotto i pannelli di messaggistica che si trovano nelle autostrade, legge la targa al primo passaggio. Dopo una quindicina di chilometri, un secondo sistema torna a leggere la targa e calcola la velocità media in base ai tempi di percorrenza. Nella nostra regione ci sono vari punti di rilevamento tutor. Sull'A24 i tutor sono all'altezza di Tivoli, Valle del Salto, Carsoli e L'Aquila (Est o Ovest a seconda della direzione). Sull'A25 Torano-Pescara i tutor sono posti in corrispondenza di Avezzano e Sulmona. Sull’A14, Bologna-Taranto troviamo tutor nei pressi di Giulianova, Pescara, ma anche del bivio A14/A25.

I CASI. Contrariamente a quello che si pensa, le sanzioni sono piuttosto numerose. La sezione Polizia stradale del capoluogo ha emesso nella sola provincia dell’Aquila qualcosa come 5.500 multe solo nell’arco del 2011, poco più della metà nell’anno successivo (dal 2013 in poi le multe finiscono in un calderone nazionale da cui è difficile tirare fuori i dati provincia per provincia). Va anche detto che in autostrade come l’A24 molti veicoli si spostano per poche decine di chilometri e i conducenti conoscono le postazioni. Mentre le tratte abruzzesi dell’A25 e dell’A14 sono aperte a un traffico interregionale. Una situazione che spinge molti più automobilisti a commettere infrazioni non avendo pienamente contezza delle barriere tutor. L’esempio emblematico è proprio il tutor della tratta marsicana, posto in un segmento autostradale a scorrimento veloce: tornando all’esempio di D’Alfonso, il 1 agosto 2014, giorno in cui è stata emessa la maxi-sanzione, la sua auto procedeva a una velocità media di 180 chilometri orari. Tutor a parte, numerose sono le infrazioni per la velocità riscontrate con le postazioni telelaser.

Il servizio della Stradale, coordinato in provincia dell’Aquila dal dirigente Massimiliano Ponti, ha rilevato qualcosa come 828 infrazioni nel 2013 e 694 nel 2014. C’è da dire che per utilizzare autovelox mobili bisogna scegliere postazioni sicure per gli agenti e per gli automobilisti. Spesso si predilige un’area prossima a un casello, in modo che l’infrazione rilevata possa venire facilmente contestata direttamente all’automobilista. In estate capita spesso di vedere la Stradale appostata nei pressi del casello di Teramo, qualche curva dopo l’uscita di San Gabriele (per chi viene dall’Aquila), in una tratta già comunque monitorata da un tutor in corrispondenza di Assergi e da due autovelox fissi dentro al traforo del Gran Sasso.

LEGGENDE METROPOLITANE.

Una recente intervista del portale Automoto.it ad Hans Restini, Country Manager Italy di Coyote, azienda impiegata nello sviluppo di sistemi in grado di individuare e segnalare la presenza di autovelox, ha chiarito alcune leggende metropolitane, sgomberando il campo da illusioni di facile possibilità di farla franca. Se è vero che talvolta i tutor possono essere spenti, è altrettanto vero che «le tecnologie che compongono un moderno sistema di rilevazione oggigiorno, non danno scampo». Di fatto, cercare scorciatoie come cambiare corsia al momento del passaggio sotto al tutor o occultare la targa non funzionano perché ogni portale è equipaggiato con rilevazione a puntamento oltre che ad attivazione orizzontale per tutta l’estensione della carreggiata. Ci sono dei sensori nell’asfalto. Il portale Tutor può addirittura “pesare” il Tir e contestare un sovraccarico di merce. Se si prova ad occultare anche parzialmente la targa e si viene scoperti, in caso di posto di blocco si rischia la denuncia penale.

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