Udc: per l'Aquila un sindaco aperto ai civici

De Laurentiis: alla città serve un condottiero fuori dagli steccati dei partiti
PESCARA. «Il nuovo sindaco dell'Aquila deve essere un condottiero, una persona capace di condurre finalmente la città alla ricostruzione». Per Rodolfo De Laurentiis, le elezioni comunali di primavera nel capoluogo saranno un test importante, per tutta la politica abruzzese.
De Laurentiis, ex parlamentare abruzzese dell'Udc, di cui resta uno dei leader, consigliere d'amministrazione della Rai, non è d'accordo con la proposta lanciata - in una recente intervista al Centro - dal suo compaesano di Celano, il senatore e coordinatore regionale del Pdl, Filippo Piccone, quella di una candidatura bipartisan di un «tecnico alla Mario Monti» a sindaco dell'Aquila.
«Ho l'impressione», dice, «che la proposta di Piccone nasca, più che altro, da difficoltà interne al Pdl. E' una sorta di tratturo di montagna per uscire dall'impasse politica».
«Detto questo», prosegue l'esponente dell'Udc, «resta il fatto che L'Aquila è una città drammaticamente segnata dal terremoto del 6 aprile. Fino a oggi, io non vedo ancora uno slancio forte e determinato verso una ricostruzione in grado di riconsegnare la città al suo antico splendore».
Sulla proposta di una candidatura a sindaco bipartisan e di natura più tecnica che politica, De Laurentiis non ha dubbi di sorta.
«Come Udc», spiega il leader dell'Udc, «il nostro tentativo è quello di trovare una candidatura che sia in grado di interpretare i bisogni dei movimenti che attraversano la società aquilana e che cercano un approdo nell'appuntamento elettorale. Il nostro tentativo, insomma, è quello di dare voce a questi nuovi protagonisti, superando il recinto dei partiti, compreso il nostro. La politica si faccia da parte e si intraprenda un nuovo spirito costruttivo per il futuro della città. Il lavoro che stiamo facendo come Udc è esattamente questo: cercare una persona che possa interpretare questo desiderio di novità».
Meglio un politico o un tecnico?
«Non è un punto importante, questo», risponde De Laurentiis. «Certo, oggi i veti incrociati fra partiti e all'interno degli stessi partiti e la parcellizzazione della politica costituiscono barricate da abbattere. Oggi abbiamo bisogno di ricostruire una città martoriata dagli eventi e che la politica continua a trascurare».
La ricandidatura del sindaco Massimo Cialente non convince l'Udc?
«No», risponde l'ex parlamentare abruzzese. «Penso a persone che non abbiano avuto esperienze in questa fase, capaci - insisto - di interpretare sensibilità e bisogni nuovi. Questo proliferare di movimenti civici all'Aquila dovrebbe essere un campanello d'allarme per una politica che evidentemente non è stata in grado di interpretare le esigenze della città: è con loro che noi vogliamo dialogare».
Il voto all'Aquila può rappresentare un test per le alleanze elettorali future compresa quella per le regionali del 2013?
«L'Aquila», dice De Laurentiis, «non deve essere il test di alleanze elettorali, ma della capacità di una classe dirigente di ricostruire la città».
«Se non riusciremo a ricostruire L'Aquila in tempi brevi», conclude Rodolfo De Laurentiis, «il fallimento sarà di tutta la classe dirigente abruzzese, di centro, di sinistra e di destra».
De Laurentiis, ex parlamentare abruzzese dell'Udc, di cui resta uno dei leader, consigliere d'amministrazione della Rai, non è d'accordo con la proposta lanciata - in una recente intervista al Centro - dal suo compaesano di Celano, il senatore e coordinatore regionale del Pdl, Filippo Piccone, quella di una candidatura bipartisan di un «tecnico alla Mario Monti» a sindaco dell'Aquila.
«Ho l'impressione», dice, «che la proposta di Piccone nasca, più che altro, da difficoltà interne al Pdl. E' una sorta di tratturo di montagna per uscire dall'impasse politica».
«Detto questo», prosegue l'esponente dell'Udc, «resta il fatto che L'Aquila è una città drammaticamente segnata dal terremoto del 6 aprile. Fino a oggi, io non vedo ancora uno slancio forte e determinato verso una ricostruzione in grado di riconsegnare la città al suo antico splendore».
Sulla proposta di una candidatura a sindaco bipartisan e di natura più tecnica che politica, De Laurentiis non ha dubbi di sorta.
«Come Udc», spiega il leader dell'Udc, «il nostro tentativo è quello di trovare una candidatura che sia in grado di interpretare i bisogni dei movimenti che attraversano la società aquilana e che cercano un approdo nell'appuntamento elettorale. Il nostro tentativo, insomma, è quello di dare voce a questi nuovi protagonisti, superando il recinto dei partiti, compreso il nostro. La politica si faccia da parte e si intraprenda un nuovo spirito costruttivo per il futuro della città. Il lavoro che stiamo facendo come Udc è esattamente questo: cercare una persona che possa interpretare questo desiderio di novità».
Meglio un politico o un tecnico?
«Non è un punto importante, questo», risponde De Laurentiis. «Certo, oggi i veti incrociati fra partiti e all'interno degli stessi partiti e la parcellizzazione della politica costituiscono barricate da abbattere. Oggi abbiamo bisogno di ricostruire una città martoriata dagli eventi e che la politica continua a trascurare».
La ricandidatura del sindaco Massimo Cialente non convince l'Udc?
«No», risponde l'ex parlamentare abruzzese. «Penso a persone che non abbiano avuto esperienze in questa fase, capaci - insisto - di interpretare sensibilità e bisogni nuovi. Questo proliferare di movimenti civici all'Aquila dovrebbe essere un campanello d'allarme per una politica che evidentemente non è stata in grado di interpretare le esigenze della città: è con loro che noi vogliamo dialogare».
Il voto all'Aquila può rappresentare un test per le alleanze elettorali future compresa quella per le regionali del 2013?
«L'Aquila», dice De Laurentiis, «non deve essere il test di alleanze elettorali, ma della capacità di una classe dirigente di ricostruire la città».
«Se non riusciremo a ricostruire L'Aquila in tempi brevi», conclude Rodolfo De Laurentiis, «il fallimento sarà di tutta la classe dirigente abruzzese, di centro, di sinistra e di destra».
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