Una valvola per curare l’enfisema

Difficoltà respiratorie?Nuova tecnica d’intervento a Pescara consente la ripresa in tempi rapidi

PESCARA. Una valvola per curare l'enfisema polmonare. L'intervento è stato eseguito con successo in Abruzzo dall'èquipe di Achille Lococo, responsabile del reparto di chirurgia toracica dell'ospedale civile di Pescara.

L'enfisema è una patologia che colpisce gli alveoli polmonari, i quali non riescono più a svolgere la loro funzione e ad assicurare al paziente un apporto di ossigeno adeguato. La causa più comune è il fumo, ma anche l'inquinamento può esserne imputato, a causa delle sostanze chimiche che vengono rilasciate nell'aria e respirate. Queste sostanze si accumulano e si depositano negli alveoli, danneggiandoli. Con il tempo il danno può diventare più grave poiché lo scambio tra anidride carbonica e ossigeno nei polmoni risulta essere più complicato.

I sintomi tipici di un enfisema polmonare sono rappresentati da mancanza di respiro, tosse cronica e dispnea (la cosiddetta “fame d'aria”). Ma possono essere presenti anche sintomi associati, quali stanchezza, perdita di peso, edema e ansia.

Complicanze dell'enfisema polmonare sono l'ipertensione polmonare, la facilità a contrarre infezioni respiratorie, un aumento delle cellule ematiche e un allargamento della parte destra del cuore.

«I pazienti affetti da enfisema polmonare sono spesso condannati a dover lottare con la necessità costante di ossigeno», spiega Lococo, «con le frequenti infezioni delle vie aeree e con la dispnea ingravescente che li porta inevitabilmente ad un declino delle condizioni cliniche fino a situazioni irreversibili. Per la prima volta, nell'unità operativa di chirurgia toracica abbiamo trattato con successo un paziente affetto da enfisema polmonare bolloso prevalente ai lobi superiori, attraverso l’applicazione broncoscopica di un nuovo dispositivo costituito da valvole unidirezionali. L'intervento si è concluso con successo», racconta il medico, «e il paziente, giunto nel reparto in condizioni di grave dispnea e con necessità di supporto di ossigeno-terapia e altri farmaci broncodilatotori, è stato dimesso dopo la procedura senza alcuna necessità di ossigeno- terapia domiciliare, dopo un decorso brillante e con un soddisfacente miglioramento della respirazione e della qualità di vita».

Un vero e proprio ritorno alla normalità per questo paziente, e un'opportunità concreta per molti altri. I trattamenti praticati finora, e solo in casi selezionati, erano di tipo chirurgico e consistevano nella riduzione del volume polmonare. Oltre ai rischi legati all’anestesia, studi scientifici hanno documentato che a distanza di anni la malattia enfisematosa può peggiorare e ripresentarsi con le stesse modalità. «Abbiamo ritenuto indispensabile studiare metodi alternativi che potessero essere facilmente riproducibili, reversibili e sicuri per il paziente», spiega il medico, «e che garantissero risultati soddisfacenti e paragonabili a quelli ottenuti dalla chirurgia della riduzione di volume. Così, dopo un'attenta valutazione e uno studio multidisciplinare, abbiamo preso in considerazione l’utilizzo di valvole endobronchiali».

Queste valvole, chiamate “Ibv valve system”, vengono posizionate, generalmente in anestesia locale, nelle vie aeree e in particolare in quei segmenti bronchiali tributari della parte di polmone “malato”. Tali valvole sono una sorta di “ombrellini” che si agganciano alla parete dei bronchi e lasciano passare aria e secrezioni mucose solo nel verso di uscita ma non di entrata. Qualche mese dopo l'intervento, la parte di polmone esclusa dalla ventilazione, grazie alle valvole che non consentono l’ingresso di aria, collassa, e permette contemporaneamente la riespansione del restante tessuto polmonare.

«Si tratta di un sistema assolutamente sicuro e reversibile», conclude Lococo, «e può restituire ai malati una vita normale».

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