«Vai in procura per fermare i rivali»

L’appalto del cimitero di Francavilla, la moglie suggerì a Sorgi: l’azienda concorrente imbroglia? Denunciala

PESCARA. Se c’è «qualche imbroglio sotto» fai la denuncia in procura, gli aveva detto la moglie. «Ma un esposto non mi farà vincere l’appalto del cimitero», questa la risposta del marito che, davanti ai magistrati, ci si dovrà sedere lunedì prossimo alle 9,30. Ci sono tre giorni per decidere se rispondere alle domande del gip dell’Aquila Romano Gargarella e dei pm Antonietta Picardi e Simonetta Ciccarelli o se avvalersi della facoltà di non rispondere. Aspetta l’interrogatorio Antonio Sorgi, il superdirigente regionale di 55 anni agli arresti domiciliari nella sua casa di Giulianova da martedì scorso. Al fianco di Sorgi, al tribunale di Bazzano, ci sarà l’avvocato Guglielmo Marconi, già docente di Diritto penale all’università di Teramo. Nell’inchiesta «Re Sole» – così un indagato definisce Sorgi in un sms a un’amica – sul presunto appalto pilotato dell’ampliamento del cimitero di Francavilla, Sorgi è accusato di associazione per delinquere, corruzione e turbata libertà degli incanti.

Faccia a faccia in tribunale. Lunedì sarà un giorno di continui faccia a faccia: dopo Sorgi, saranno interrogati anche altri 4 degli 11 indagati (due sono stati già ascoltati, dai pm, mercoledì scorso). Tre sono quelli vicini al direttore regionale e cioè l’altro arrestato, Antonio Giordano, 63 anni di Ortona, funzionario del Comune di Francavilla e segretario della commissione di gara del cimitero, e i soci della Lt Progetti srl della moglie di Sorgi nel Consorzio Progetti & Finanza, l’architetto Giovanni Vaccarini, 48 anni, a capo della Sincretica srl di Pescara, e l’imprenditore e costruttore Antonio Di Ferdinando, 48 anni. Sarà ascoltato anche Roberto Olivieri, 55 anni di Giulianova, un passato da dirigente comunale proprio a Giulianova prima di passare a Francavilla ed essere nominato anche presidente della commissione di gara del cimitero.

«Pressioni sul presidente». Olivieri, emerge dalle intercettazioni, è al centro di «pressioni costanti» per l’appalto da 2,4 milioni di euro: «L’unico che ci può mettere un pochettino le mani dentro è Roberto», dice Sorgi. Ma, per gli inquirenti, c’è il «timore» di Sorgi e dei suoi soci che Olivieri «fosse indotto» a scegliere un’altra ditta perché «sollecitato da soggetti forti». Lunedì, Sorgi si siederà davanti ai magistrati: quasi quello che la moglie, non indagata, gli aveva consigliato di fare pensando a «qualche imbroglio sotto» prima che l’affare del cimitero andasse a monte.

«Vai in procura». Infatti, il 21 settembre 2013, c’è già la certezza che una ditta concorrente, la Alma Cis dell’imprenditore pescarese Enrico Marramiero che aveva partecipato alla gara in tandem con l’azienda di Angelo De Cesaris, torna in corsa dopo una precedente esclusione: «La moglie», ricostruisce il gip, «suggerisce al marito di sporgere denuncia alla procura». Ma Sorgi non vuole: una denuncia, dice, non gli avrebbe fatto vincere la gara, anzi, avrebbe solo bloccato l’appalto.

Scambio di sms. Dalle intercettazioni, emerge la rabbia di Sorgi per la riammissione della ditta rivale, definita «una potenza sia politica che economica», prima esclusa per la domanda presentata forse in ritardo – una circostanza che la ditta contesta: «Forse riammesso agli esami di riparazione... quasi al 100 per cento... ma ha dubbi», con questo sms di Giordano, Sorgi viene messo a conoscenza, in diretta, della riammissione dell’Alma Cis/De Cesaris. La sua risposta: «Ma!!!!! Non ho parole. Ci sono sentenze che confermano esclusione per consegna in ritardo. Se dovesse vincere, si punta la gara». Giordano risponde: «Ns. prot. dichiara errore di trascrizione orario... comunque poi dirò tutto a Tonino. Ho dubbi e perplessità». Sorgi si sente vittima: «????? È roba di penale. Atto protocollo falso». Giordano: «Credo di sì... ditta dichiaro presenza al prot. del corriere alle 11,53 ed è scritto in verbale... follia... se consegna alle 10,17, che ci faceva due dopo ancora lì».

«Lo ammetto e lo caccio». Poi, una volta riammessa la ditta di Marramiero e De Cesaris, Sorgi spiega alla moglie cosa avrebbe fatto lui se fosse stato al posto del presidente della commissione: «Io... se fossi il presidente di commissione, l’ho fatto un sacco di volte, sono presidente di commissione, io lo ammetto e poi ti caccio. E poi non ti faccio vincere. Quella è l’operazione perfetta».

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