Via Pianell, Cucullo dovrà risarcire i danni

Chieti, l’ex sindaco deve risarcire 300 mila euro per i danni causati dai lavori in via Pianell. L’ex primo cittadino della Fiamma pagherà personalmente la ditta Cogepri che sei anni fa eseguì lavori

CHIETI. Il tribunale civile fa luce sui fatti di via Pianell e condanna l’ex sindaco della Fiamma Nicola Cucullo a pagare la ditta che ha realizzato il marciapiedi panoramico della Civitella. Un risarcimento del danno che il giudice Lucio Luciotti ha quantificato in circa 130 mila euro a favore della Cogepri di Guardiagrele, ma che con spese legali, interessi e rivalutazione monetaria sfiorerà la non modica cifra di 300 mila euro.

Una mazzata per il sindaco che aveva fatto del «piede di porco» l’emblema della sua attività amministrativa e che, procedendo con ordini verbali, senza deliberazioni e coperture di spesa, disponeva personalmente sull’andamento dei lavori pubblici. Spesso, redigendo egli stesso bozzetti dei progetti su foglietti volanti.

Esempio di pessima amministrazione, che il centrodestra ha garantito alla città negli anni in cui scelse a rappresentarlo, per ben tre mandati elettorali, un sindaco divenuto popolare nel mondo per le invettive contro gli ebrei.

La storia di via Pianell è un caso di scuola. Dapprima falcidiata dei pini secolari d’Aleppo, che contrassegnavano la passeggiata belvedere, oltre a svolgere una funzione preventiva nel movimento franoso della collina che guarda la Val Pescara, la strada fu riqualificata allargando a sbalzo il marciapiedi che fronteggia l’ingresso del museo e dell’anfiteatro romano.

A sei anni dalle battaglie condotte da ambientalisti e dai gruppi di opposizione, la sentenza ristabilisce una verità: che non è possibile eseguire opere non previste nel progetto approvato e che, questa volta, la responsabilità è tutta dell’ex sindaco. La decisione del giudice scaturisce da una citazione presentata dal legale rappresentante della Cogepri, Paolo Primavera, oggi presidente dell’Ance provinciale e papabile alla poltrona di presidente di Confindustria. Completamente scagionati il dirigente dei lavori pubblici Nicola Di Muzio e il funzionario Eduardo Franceschini, i quali avevano tentato di convincere Cucullo a seguire decisioni improntate alla legalità, ma si erano visti rispondere di «non interferire nella maniera più assoluta con gli ordini scritti».

Ordini scritti dal sindaco, naturalmente. Vale a dire senza seguire la prassi amministrativa che prevede deliberazioni di provvedimenti, approvati sia dalla giunta che dal consiglio comunale, previsioni di costi cercando le relative coperture in bilancio, adozioni di perizie in variante, gare d’appalto e sottoscrizioni di contratti regolari con la ditta esecutrice dei lavori. Insomma, tutto quello che fa una sana amministrazione improntata ai principi della civiltà democratica.

(f.c.)