Chieti, l’ufficio urbanistico chiede la chiusura delle residenze per la riabilitazione psichica

«Villa Pini, abusivi tutti i centri»

E la Digos vuole chiarimenti sulla demolizione della sede Novafin

CHIETI. Villette, appartamenti disseminati nel centro urbano, punti di accoglienza sorti come funghi nel corso degli anni dopo l’applicazione della legge 180 sulla chiusura dei manicomi.
Tutti i centri destinati all’assistenza riabilitativa dei malati psichici di Villa Pini risultano senza requisiti di legge, quindi da considerarsi abusivi. A sostenerlo è l’ufficio urbanistico del Comune che ha notificato i provvedimenti di sorveglianza edilizia e chiede al sindaco Ricci di disporne la chiusura. Complessivamente sono 303 i posti letto che potrebbero essere cancellati, compresi quelli già azzerati (complesso le Villette, 78 posti letto; ex convitto Paolucci, via Picena, per 87 malati ed ex Cantatore, via dei Frentani) con l’ordinanza sindacale del settembre scorso, in quel caso per rilievi di ordine igienico-sanitario dopo la prima visita della commissione speciale d’inchiesta presieduta dal senatore Ignazio Marino.

Stavolta le ispezioni sono state concentrate su tutti i centri esterni del gruppo Villa Pini disseminati nel perimetro urbano: la casa d’accoglienza su corso Marrucino con 10 posti letto; le villette di via dei Frentani, denominate «Faresi» (10 posti); due appartamenti in via Maiella che accolgono 15 malati; le villette di Madonna del Freddo (13 posti); quattro appartamenti in via Ferri (35 malati); le villette di via Maiella (13 posti), quelle in via Eugenio Bruno (13) e in via dei Frentani (13).

Residenze sanitarie protette e semiprotette, secondo la definizione data dall’ufficio urbanistico, che le ritiene non conformi ai requisiti di legge. Un caso a parte per le villette realizzate nell’area esterna alla clinica Villa Pini, lungo via dei Frentani (versante Torrevecchia), considerate del tutto abusive, al punto che il Comune ha dovuto annullare la concessione edilizia rilasciata a suo tempo. Pertanto, le villette dovranno essere demolite.

Un episodio che desta la viva attenzione della Digos riguarda invece la Novafin srl del gruppo Angelini. Al momento della notifica di uno dei provvedimenti urbanistici è risultato che la sede della società è stata a sua volta abbattuta. Dopo un controllo più accurato, si è scoperto che la demolizione non era autorizzata e, molto probabilmente, non assentibile. Nei prossimi giorni, la polizia municipale farà un sopralluogo per approfondire gli accertamenti ma il tutto è già stato segnalato alla Asl e all’autorità giudiziaria.

L’ampliamento delle ordinanze di chiusura aggrava il quadro del trasferimento dei malati in sedi alternative dopo l’ordinanza numero 704 firmata dal sindaco il 23 settembre. Provvedimento che ha dato il via alla fase dell’emergenza, che persiste in questi giorni con la richiesta di chiusura di altri centri. Documento che prevedeva tra l’altro l’interdizione per cinque anni dall’esercizio delle attività sanitarie in materia di tutela della salute mentale (interdizione poi sospesa dal Tar).

L’amministrazione comunale ha lavorato alla stesura del provvedimento con i dirigenti della Asl ascoltando le indicazioni del procuratore della repubblica Pietro Mennini. Mai nel passato erano stati predisposti accertamenti sui centri della riabilitazione psichica, nonostante le segnalazioni che le residenze, ancorché abusive, fossero state autorizzate dalla Regione.