Villa Pini: Angelini, un altro tesoro scoperto secondo bunker pieno di valori

Scoperto un secondo bunker pieno di quadri, mobili e abbigliamento. Affidato a un archeologo l’incarico di valutare il patrimonio sotto sequestro. Sigilli su beni di Angelini custoditi in un garage

CHIETI. Sarà un pool di periti ed esperti d’arte coordinato dall’archeologo Glauco Angeletti, della soprintendenza di Villa Frigerij, a valutare il «tesoro» di Enzo Angelini che a poco a poco sta emergendo dai garage e dagli scantinati disseminati nella città. E’ stato il procuratore Pietro Mennini, titolare dell’inchiesta sulla bancarotta fraudolenta per la quale Angelini è indagato, ad affidare l’incarico.

D’intesa con il tribunale di Chieti, che nelle settimane scorse aveva dichiarato il fallimento di una delle società dell’ex amministratore delegato del gruppo sanitario privato, la procura ha chiesto una consulenza per produrre innanzitutto un inventario della gran mole di reperti individuata, poi per fare piena luce sull’entità e il valore dei beni finiti sotto sequestro. Ieri, un’altra operazione di recupero affidata agli agenti della guardia di finanza è andata in scena in via della Liberazione, a pochi metri dalla ex rimessa di automobili dove mercoledì era stato notato lo strano via vai di camion e furgoni. Qui, in un deposito sotterraneo, è stato bloccato un altro stock di pezzi di mobilio di gran pregio, candelabri, quadri che raffigurano scene religiose, monili, tappeti e porcellane oltre a vere e proprie scorte di capi di abbigliamento e scarpe di alta qualità.

Quarto sequestro.  E’ il quarto intervento attuato dalla finanza su ordine dalla magistratura sui beni della famiglia Angelini. Il primo risale a poco più di un mese fa, quando con il sequestro di Villa Pini e il commissariamento della attività amministrativa e sanitaria della casa di cura, gli investigatori hanno approfondito la questione dei conti e degli investimenti finanziari in capo al re delle cliniche, seguendo ad esempio le tracce della sponsorizzazione milionaria della Humangeste nel Motomondiale. Già in quella fase, i finanzieri avevano cominciato a bloccare una parte del patrimonio apponendo sigilli ad attrezzature sanitarie e a beni di altro genere, questi ultimi frutto della manìa compulsiva di collezionare oggetti di gran lusso. Materiale che la Finanza ha individuato e bloccato a Chieti ma anche in altre residenze di Angelini disseminate in diverse città italiane. Un modo come un altro per fare investimenti, quello di accaparrare oggetti di alto valore commerciale, che testimonia un tenore di vita elevatissimo e una grandissima disponibilità di pagamenti cash.

Gli altri sequestri, fino all’ultimo inanellato dalla magistratura, sono dunque il corollario di un’attività di indagine che non si è mai fermata dai giorni della dichiarazione di fallimento. Ispezioni in tempo reale attivate da improbabili movimenti di carico e scarico di materiali attorno a viale Europa. Situazioni che non sono passate inosservate ai residenti, ma che confermano il livello di attenzione attorno ai movimenti degli Angelini.