Villa Pini, dipendenti in procura

Manifestazione e incontro con i magistrati. Oggi vertice in Regione.

PESCARA. «Vertenza senza vergogna e senza confini». Su teli bianchi stesi sotto le sculture aeree di Pistoletto i dipendenti di Villa Pini hanno manifestato ieri nel grande cortile del tribunale di Pescara mentre i rappresentanti sindacali di Cgil e Cisl incontravano il procuratore Nicola Trifuoggi e i sostituti Giuseppe Bellelli e Giampiero Di Florio. Un colloquio di 45 minuti, chiesto dai sindacati il 15 dicembre scorso per avere notizie su una vicenda giudiziaria e su un contenzioso amministrativo che stanno lasciando da 296 giorni 1600 lavoratori senza stipendio.

«Si è trattato di un colloquio molto utile», hanno detto Angela Scottu (Cgil) e Davide Farina (Cisl) al termine dell’incontro, anche se oggi a occuparsi della vicenda strettamente finanziaria è la procura di Chieti che ha aperto un fascicolo per bancarotta nei confronti del gruppo Angelini.
I magistrati hanno spiegato in particolare perché hanno deciso di non procedere al commissariamento al momento del sequestro delle strutture di Angelini, come chiesto dai sindacati. «Lo abbiamo ponderato con attenzione», hanno risposto, «ma abbiamo ritenuto di non farlo perché nel frattempo era stato aperto il fascicolo a Chieti».

Il tribunale teatino sta anche valutando alcune istanze di fallimento e a giorni dovrebbe dare una risposta. Gli scenari sono due: il tribunale potrebbe accogliere la richiesta di fallimento e nominare un curatore fallimentare che vende, paga i debiti e chiude la partita. Oppure può dichiarare lo stato di insolvenza del gruppo e nominare un commissario straordinario che abbia comunque il compito di conservare patrimonio e attività valutando tutte le possibilità per evitare la chiusura. Tutt’e due le ipotesi spianerebbero la strada ad eventuali compratori, al netto della situazione debitoria e del difficile rapporto con la Regione che ha di fatto chiuso il rubinetto dei soldi con il ritiro dell’accreditamento.

Per i sindacati questi sono scenari possibili e magari auspicabili ma lontani nel tempo rispetto all’urgenza di garantire uno stipendio ai lavoratori. Per questo sperano che escano novità dall’incontro di oggi alle 15 con l’assessore regionale al Lavoro Paolo Gatti e l’assessore alla Sanità Lanfranco Venturoni all’Aquila a palazzo Silone. In quella sede Cgil e Cisl torneranno a chiedere alla giunta di attivarsi immediatamente per la cassa integrazione in deroga.
«Per noi è essenziale che da quel tavolo esca fuori la dichiarazione di stato di crisi aziendale», spiega Farina, «perché aprirebbe automaticamente l’accesso alla cassa integrazione in deroga». La strada più veloce sarebbe una dichiarazione da parte dell’azienda (in 10 giorni l’Inps sarebbe in grado di avviare la procedura). In caso contrario potrebbe essere la Regione a dichiarare la crisi del gruppo davanti all’oggettivo dato di fatto del ritiro dell’accreditamento.