Villa Pini, il figlioletto di una coppia di dipendenti"Il mio Natale senza l’albero e i regali per giocare"

Ecco il tema scritto da un bambino che frequenta una scuola elementare di Chieti, i cui genitori sono dipendenti della casa di cura Villa Pini della famiglia Angelini e da 8 mesi non percepiscono lo stipendio

CHIETI. Arriva il Natale: pensieri, desideri, emozioni. A scuola parliamo quasi ogni giorno della storia di Gesù, di Babbo Natale e abbiamo anche costruito un presepe e un alberello decorato con l’aiuto delle maestre. Sono contento perché a casa mia quest’anno la mamma e papà non hanno voluto. Tutti gli anni, il nonno Roberto, ci porta un pino piccolo dalla sua campagna che noi decoriamo con le lucine, le palline e i fiocchi che ha cucito la mamma.

Papà ha portato giù dalla soffitta gli scatoloni dove conserviamo questi oggetti ma la mamma continua a dire che non abbiamo spazio. Ma perchè? Quando l’ho chiesto la mamma è scoppiata a piangere e il papà mi ha accompagnato dai nonni. Loro mi hanno spiegato che io devo essere bravo più del solito perchè i miei genitori sono tanto tristi perchè forse non possono più lavorare a Villa Pini dove aiutano i malati e se non lavorano più non hanno più i soldini per noi. Infatti a casa portiamo anche la vestaglia così non usiamo i termosifoni che costano troppo.

Forse però sono arrabbiati con me perché non sono potuto andare neanche alla gita a Montecitorio con i miei compagni e non vado più neanche alla scuola di calcio. La mamma certe volte urla con il papà e piange ma papà è bravo e simpatico. Forse ho capito perché succede così: perché mamma e papà non guadagnano più i soldini per le merendine, i vestiti e le altre cose. Infatti andiamo tutti i giorni a mangiare a casa della nonna Maria che ci cucina sempre le cose buone e lei ha detto che Babbo Natale quest’anno me lo porta a casa sua il regalo perché hanno sbagliato l’indirizzo.

La maestra Cinzia ci ha chiesto di scrivere una lettera anche a Gesù Bambino perché lui ci regala pace e amore. Io vorrei che la mia mamma e il mio papà non sono più tristi e che possiamo essere contenti come tanto tempo fa. Infatti cerco di essere un ometto come mi dice la nonna Maria. Non chiedo più neanche le figurine dei calciatori però certe volte litigo con i compagni che mi prendono in giro perché il mio zaino non è dei Gormiti e si è un po’ strappato. Però il nonno mi dice che sono proprio diventato un ometto e per questo Gesù mi ascolterà: la mamma e papà non saranno più tristi e preoccupati e potranno anche guadagnare un po’ per fare le cose di prima. Così faremo anche l’albero di Natale nella sala da pranzo.