Villa Pini, tempi lunghi per vendita

La Neuromed rinnova l’offerta. I sindacati: si muova la Regione

PESCARA. Il giorno dopo la dichiarazione di fallimento della clinica Villa Pini, il problema resta il destino dell’intero gruppo. L’Istituto Neuromed di Pozzilli che nei giorni scorsi aveva presentato una proposta di affitto per la casa di cura di Chieti ha confermato «la piena disponibilità nei termini già precedentemente formalizzati; disponibilità volta a mantenere il servizio agli utenti e alla salvaguardia dell’enorme patrimonio professionale, medico e paramedico, di cui il Gruppo Villa Pini è dotato». Ma i tempi potranno essere più lunghi e le procedure più complesse, perché il fallimento pone le condizioni per una gara pubblica.

Infatti da ieri Villa Pini è in esercizio provvisorio, questo significa che le attività saranno portate avanti fino a quando non ci sarà l’avviso pubblico per i futuri acquirenti. Intanto è stata fissata per il 23 settembre l’udienza di verifica per i creditori, quindi non 120 giorni dopo la sentenza, ma 180 giorni, in ragione della complessità del caso. Entro i trenta giorni prima di quella data i crediroti dovranno presentare la domanda.
«L’interrogativo di fondo», commenta Angela Scottu della Cgil regionale, «rimane quello dell’estensione del fallimento alle altre società del gruppo, ormai evidente a tutti, visto la stretta connessione tra le varie società».

Il sindacato chiede ora che riprendano le attività in tutte le strutture. «Ma c’è bisogno dell’intervento di Gianni Chiodi», dice la Scottu, «e di una forte sinergia con tribunale e curatore per garantire la ripresa delle attività per quanto compete Regione». Come prima misura il sindacato chiede che la legge per la sospensione dell’accreditamento vada revocata per le strutture fallimentari, introducendo una norma in cui si garantisca le attività per tutta la durata dell’esercizio provvisorio, che si prevede duri almeno un anno. «La giunta deve presentare un disegno di legge in cui si riaffida provvisoriamente questo accreditamento», dice la Scottu (un ddl è stato presentato dal Pd, vedi box).

Intanto mercoledì scadono i 15 giorni entro i quali Chiodi doveva riferire in commissione sulle misure che in tende prendere per il gruppo privato. E martedì i lavoratori saranno in Consiglio regionale per sollecitare la regione a muoversi, anche per per quanto riguarda la Cassa integrazione a rotazione, già deliberata per Villa Pini, e presto per le altre strutture, visto che l’amministratrice Chiara Angelini ha firmato la stato di crisi.

Davide Farina della Cisl chiede un incontro con la curatrice fallimentare Giuseppina Ivone: «Pensiamo che il suo lavoro sia finalizzato a trovare un possibile acquirente e non a perseguire la liquidazione della società. Da indiscrezioni pensiamo che questo sia il suo impegno, però vorremmo sentircelo dire in maniera forte».
Ieri intanto a Lanciano il presidente della Provincia di Chieti Enrico Di Giuseppantonio ha incontrato sindacati e lavoratori e sempre ieri si è diffusa la notizia di un interessamento della Asl di Chieti per le strutture della San Stefar che operano nel territorio (sette su 18). Solo una ipotesi perché non ci sono le condizioni legislative per un’operazione del genere. «Ma questo interessamento», dice Farina, «va nella direzione della nostra proposta di costituire una società mista pubblico-privata per le attività San Stefar». L’unico problema è che la San Stefar non è ancora fallita.