Dossier e spioni, Legnini interrogato due ore: «Ho chiarito»

23 Dicembre 2025

L’ex vicepresidente del Csm è indagato per accesso abusivo e rivelazione del segreto d’ufficio

CHIETI. È stato sentito per circa due ore dai pm di Roma l’ex vicepresidente del Csm Giovanni Legnini, indagato per accesso abusivo e rivelazione del segreto d’ufficio. L’interrogatorio era stato sollecitato dallo stesso ex parlamentare abruzzese, già sindaco di Roccamontepiano. «Il presidente Legnini, nel ringraziare i magistrati titolari del fascicolo processuale per la cortese disponibilità manifestata», ha affermato il suo difensore, l’avvocato Antonio Villani, «ha chiarito la sua posizione rispondendo a tutte le domande che gli sono state poste. Confida pertanto in una evoluzione positiva della sua posizione, riponendo e rinnovando massima fiducia nei confronti dell’autorità giudiziaria inquirente». Il procedimento rappresenta una costola dell’indagine sui casi Equalize e sulla cosiddetta Squadra Fiore.

Secondo l’impianto accusatorio Legnini avrebbe aiutato l’imprenditore Lorenzo Sbraccia, già coinvolto nell’inchiesta della Procura di Milano, con una intermediazione compiuta, secondo l'accusa tra l'aprile del 2023 e l’aprile del 2025, «presso ufficiali della Guardia di Finanza ed ex appartenenti al corpo» per consentire all’imprenditore «di acquisire informazioni riservate sulle banche dati in uso al Corpo». Per l’accusa, Legnini avrebbe presentato a Sbraccia anche Giuseppe Zafarana, allora comandante generale della Guardia di finanza, oggi presidente del consiglio di amministrazione di Eni. Il sospetto dei pm è che Legnini gli avrebbe fatto ottenere documenti coperti da segreto.

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